lunedì 14 gennaio 2013

Il saluto a Mariangela Melato "disturbato" da un prete

NO ALL'ORAZIONE DELLA BONINO IN CHIESA.
Arbore: Quel prete merita l'inferno

articolo di Silvia Fumarola e Orazio La Rocca - La Repubblica - 14 gennaio 2013

Ai funerali della Melato il sacerdote nega il permesso - Roma - C'è un risvolto amaro nell'ultimo saluto a Mariangela Melato, un risvolto che Renzo Arbore, distrutto dal dolore, non vuole tacere: «A Emma Bonino non è stato permesso di ricordare Mariangela durante il funerale, ha dovuto parlare fuori dalla Chiesa degli artisti, in piazza. Don Walter Insero, che celebrava la funzione, mi ha detto che secondo nuove disposizioni della Chiesa non era possibile tenere il discorso all'interno. Una norma che non conoscevo. Ai funerali gli amici hanno sempre parlato».
La regola universale è che ogni prete, in quanto tale, sia padrone della celebrazione - lo prevede l'ordinamento liturgico -ma è libero di scegliere.
È prassi andare verso l'accoglienza dei laici che parlano sull'altare, tant'è vero che a tutti i funerali si dà spazio al ricordo di amici e parenti. Viene il dubbio, ma è quasi una certezza, che non sia stata gradita la presenza della radicale Bonino, anticlericale, che ha combattuto tante battaglie civili, in prima fila per la legge sul divorzio e sull'aborto.

Don Insero non è solo rettore della Chiesa degli Artisti, ma è portavoce del cardinale vicario Agostino Vallini; è ipotizzabile che abbia accolto la richiesta di Arbore, e poi abbia fatto marcia indietro. Il sacerdote dà la sua spiegazione: «Prevedendo la partecipazione di una gran folla che non avrebbe potuto prendere posto nella basilica è sembrato opportuno distinguere i due momenti: la liturgia all'interno e la commemorazione con alcuni interventi all'esterno, alla presenza delle persone accorse in piazza del Popolo per dare l'ultimo saluto a Mariangela. Anche per rispettare il volere dei familiari che hanno preferito, al fine di garantire il raccoglimento e la riservatezza. che non vi fossero le telecamere in chiesa».
«Già in altri funerali di grandi artisti», continua Don Walter «come nel caso di Mike Bongiorno, gli interventi sono stati pronunciati alla presenza del pubblico sul sagrato della Chiesa».
In realtà era previsto solo l'intervento della Bonino. La stessa vicepresidente del Senato ha spiegato che Arbore, appena arrivata in chiesa, gli ha detto del cambiamento di programma e di essersi stupita. 
«Renzo mi ha detto che il prete gli aveva appena comunicato che ci sono "nuove disposizioni" per cui in chiesa parla solo il prete e che gli altri saluti avvengono fuori. Cosa che ha ripetuto nella sua omelia. Non so se ci siano, di chi siano. Anche Renzo era sorpreso».

«Mi hanno insegnato che se si mente a qualcuno, soprattutto in chiesa, si va all'inferno. Lo scriva che lo dice un Renzo Arbore, cattolico apostolico romano» dice l'artista con la voce ferma «e in questo caso un prete non mi ha detto la verità: queste "nuove regole" non ci sono. Ho telefonato a Don Walter il giorno prima del funerale spiegando che sarebbe stata Emma Bonino, per espressa volontà della Melato , a ricordarla. Gli ho assicurato: non parlerà di politica, ma di Mariangela».
Poi che è successo?
«In chiesa il sacerdote mi si è avvicinato: "Ci sono nuove disposizioni, recenti, per celebrare il defunto in chiesa, e evitare che parlino anche altri "
Gli ho chiesto: "Chi sono gli altri?"
Ha risposto: "Non lo so"»
Arbore «stordito dal dolore» non ha approfondito. «Ma in piazza» racconta «è stata una scena da dopoguerra, con una cassa che amplificava poco e la folla che spingeva. Indegno dell'artista celebrata e della persona che la ricordava. E ciononostante la generosità della Bonino e la nostra buona fede ha acconsentito che l'orazione si tenesse in questa maniera. È triste che qualcuno mi abbia mentito».

http://www.emmabonino.it/news/10536


 
In memoria di Mariangela Melato,
Emma Bonino, Radicale, Vice Presidente del Senato - (Pubblicato: 14/01/2013 10:34 sul sito ufficiale di Emma Bonino)

Ecco l'orazione in memoria di Mariangela Melato che dimostra meglio di qualsiasi commento che aver imposto di pronunciarla fuori dalla Chiesa è stata una cosa poco 'cristiana'.


Mi ha sorpresa, mi commuove e mi onora che sia stato chiesto a me di ricordare oggi Mariangela Melato.

Se così si è voluto, penso che oggi si voglia ricordare di lei non solo la grande attrice, la professionista rigorosa ed esigente, innanzitutto verso se stessa, la donna dalle sfide impossibili; perché della sua vita artistica e del suo talento, altri sarebbero ben più di me qualificati a parlare, a partire dai tanti di voi qui presenti: colleghi attori, registi, critici cinematografici ed esperti teatrali.

Da questo punto di vista, sono solo una dei tanti milioni di italiani e non solo, che di volta in volta ha riso di gusto, sorriso amaramente, pianto, e riflettuto vedendola a teatro e sugli schermi. Ho pensato che oggi si volesse ricordare soprattutto la persona, la donna Mariangela, nei suoi aspetti forse meno noti, ma ben definiti e caratterizzanti della sua vita artistica e del suo percorso personale.

Non ho avuto con lei frequentazioni assidue. Non eravamo "amiche" che vanno insieme al cinema o al mare. Peccato. So di avere perso molto.

Me la sono spesso trovata a fianco, determinata e vitale, in alcune sfide radicali apparentemente impossibili. Più erano difficili più lei c'era, perché era convinta che il mondo può essere cambiato; e se può, qualcuno deve tentare.

Coetanee, ci siamo spesso sfiorate e incontrate a distanza, riconoscendo una sintonia forte di intenti, comportamenti, passione civile.

In queste ore mi sono chiesta ed ho chiesto in giro come definirla con poche parole, perché volevo mettere in questo breve ricordo un qualcosa di più corale. Tra le lacrime Renzo ha usato il trittico passione-pulizia-impegno; Irene di getto ha detto: grazia, simpatia, leggerezza. Una lottatrice combattente, l'ha definita Mimmola; anche nell'affrontare la malattia e il dolore. Mia cognata ha scritto "elegante", che vuol dire elegante nel pensiero, nel comportamento, nell'autonomia. Maurizio ha ricordato che con lei si rideva molto perché era spiritosa, ironica, soprattutto autoironica, qualità rarissima, semplice, insomma, una che non se la tirava. So che Beppe Servillo ha detto: modello raro di autonomia femminile. Condivido.

So anche che non amava essere definita una donna forte. La capisco.

Per parte mia, mi rimarrà dentro come donna autenticamente coraggiosa, se per coraggio non si intende non provare paura, ma saper governare le proprie fragilità, le proprie paure, per farne forza, consapevolezza collettiva e potenzialmente contagiosa.

Per tutte queste ragioni, Mariangela Melato, antidiva, regina del palcoscenico, anticonformista per autenticità e non per moda, appassionata cittadina italiana, ci mancherai.

Ciao Mariangela

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