lunedì 25 aprile 2016

Benjamin Rotschild e il sionismo

brano tratto dal libro di Josef Jossy Jonas


Sir Benjamin James Rotschild riceveva capi di stato e capitani di industria nel suo piccolo studio nel centro città, per quasi 12 ore al giorno. Era un uomo molto impegnato ed iniziava a ricevere alle 7.45.
L'appuntamento di quella mattina di novembre era un appuntamento importantissimo e fu concesso alle 7 in punto, ma non si presentarono principi o imprenditori bensì modesti contadini e qualche contabile; erano i sionisti, i pionieri che stavano bonficando Israele.

Saltarono i convenevoli e vennero al dunque.
Aaron Zuckerman il capo della delegazione aprì la cartina sulla scrivania di James Rotschild e, puntando il dito in una zona tra Tel Aviv e Haifa, disse semplicemente : "è qui".

Rotschild: “cosa?”

Rotschild: “Ho già dato tanti soldi per comprare Rishon!” (*)

Rotschild: "Gli arabi ci vendono le terre a prezzi dieci volte maggiori il loro valore perché sanno che a noi servono. Sono terre sabbiose, malariche ed incoltivabili, questa zona è assolutamente inutilizzabile; non butto altri soldi in imprese folli".

Aaron Zuckerman: "Signor Rotschild, le terre che gli Inglesi ci hanno date sono poche, non bastano. Dobbiamo coninuare a comprare dagli Arabi, le bonificheremo, ci pianteremo gli eucalipti e poi piano piano..."

Rotschild: "Piano piano cosa? Gli eucalipti non si mangiano. Ci vorranno decenni; non avete macchinari né sementi né attrezzature né forza lavoro, è un'impresa impossibile. NO no, la mia risposta è no."

Aaron Zuckerman rimase in piedi immobile come se non avesse sentito. No era una risposta che non poteva semplicemente accettare. Aveva negli occhi quella luce... quella luce che hanno i sognatori che non si arrendono mai, che vedono quello che non c'é ma sanno che ci sarà.

Zuckerman: “La prego Sir Rotschild, gli ebrei sono perseguitati in tutto il mondo e verrrano a rifugiarsi in Israele, ma dobbiamo far trovare loro terre e campi coltivabili, per ora è solo deserto… non avranno di che nutrirsi…”

Rotschild: “E allora? ho detto no; vi prego andate in pace ho mille impegni, faccio tanta beneficenza ma questo progetto è folle e assurdo. Andate in pace ora… beazhlaha'.
(Beazlaha' = in ebraico: che abbiate successo).

Usciti i Pionieri, Rotschild prese la sua tazza di te - la prima della giornata - e scostò la tenda per guardare la città da dietro la finestra. Vide il fumo delle ciminiere, la pioggia e la nebbia di novembre che sovrastava il tutto… il fango nella strada di una Parigi invernale e triste.

Poggiò la tazzina di scatto sul tavolo ed urlò alla segretaria di fermare i Zionisti prima che uscissero dall'edificio.

Aaron Zuckerman si ripresento immediatamente: "Eccoci signor Rotschild, che c'è?"

Rotschild: "Va bene …va bene; avrete i soldi… comprerò i terreni dagli Arabi ai loro prezzi gonfiati, non importa ma voglio una cosa, anzi due".

Zuckerman: "Prego".

Rotschild: "Voglio che costruiate una città, piccola ma bella, bellissima. Dovranno esserci giardini, piante, aiuole e tanti fiori… con tante panchine all'ombra che i vecchi possano riposare nei pomeriggi d'estate... dovrà sembrare un giardino... la dedicherete a mia moglie Chana.

I Sionisti si guardarono in faccia scettici: “Vede Signor Rotschild non è così facile né sicuro che riusciremo a..."

Rotschild li interruppe: "Poi voglio un'altra cittadina, piccola ma con attorno boschi con animali selvatici liberi e anche dei vigneti per farne il nostro buon vino ebreo e ci metterete i cavi della elettricità, il telefono e tutte le cose moderne possibili. Sarà dedicata alla memoria di mio padre Yaaqov" .

Aaron Zuckerman guardò il barone Rotschild senza riuscire a fermarlo... perché poi fermarlo?

In fondo, ora, vedeva negli occhi del barone quella stessa luce; quella luce che avevano i Sionisti, i sognatori folli. Far crescere frutta e fiori nel deserto? Un sogno, una follia niente di più.

Rotschild: “Allora Signor Zuckerman, se non credete nemmeno voi ai vostri sogni come potrò mai fidarmi di lei? Qual è la vostra risposta dunque?”

Zuckerman avrebbe voluto dire che sarebbero stati fortunati a coltivare qualcosa di commestibile ma senza grosse aspettative; che le richieste del suo interlocutore erano esagerate ed impossibili ma si trattenne dal farlo, sorrise e disse semplicemente:

“Signor Rotschild ...avrete le vostre due città, ve lo giuro sulla testa dei miei cinque figli”.

Che poi in fondo promettere non costa niente e tanto ci sarebbero voluti tanti di quegli anni, chissà se mai... chissà.

Pomodori e fiori nel deserto? Giardini? ... Ma su andiamo, siamo seri.

Però... però...

Però, se venite in Israele - e veniteci perché è un paese bellissimo - da Tel Aviv prendete la strada per Haifa in direzione nord. La numero 4.

Dopo un’ora e mezzo circa incontrerete una città giardino -Pardes Chana- (il giardino di Chana come la moglie del Barone Rotschild) con tanti fiori e case basse ad un piano, immerse nel verde, e le panchine nelle piazze all’ombra per dare refrigerio ai vecchi d’estate.

Andando avanti sulla stessa autostrada troverete una cittadina adagiata su due colline con un bel boschetto e delle vigne e con tanti bei viali alberati; ristorantini e boutique nelle stesse case coloniche utilizzate 100 anni fa per bonificare la zona. E i vigneti, che ancora oggi producno il vino ebreo...

Ziqron Yaqov si chiama la città ( Ziqron= Ricordo-memoria di Yaqov il padre di Sir Rotschild).

Ma aspettate, non è finita, in mezzo alle due cittadine ve ne è una terza: BENJAMINA, piccolina ma deliziosa. Non era prevista, e fu dedicata a Sir Benjamin James Rotschild che rese possibile tutto questo. Perché in fondo, quando ci vuole ci vuole.

Giardini laddove c’era il deserto. Questo fu il Sionismo: il sogno impossibile di chi non ha mai smesso di sognare.

Buon compleanno Israele e che tutti sappiano come sei nata.

(*)Rishon Le Zion  (rishon=primo), il primo apezzamento di terra comprata dai Zionisti in Israele


Nota mia: il 90% della bibliografia diffusa descrive i Rotschild come dei beceri dominatori occulti. Sarebbe ora di far conoscere la vera storia della nascita d'Israele, cominciando a divulgarla nelle scuole. Non si può SOLO parlare dell'olocausto (anche, ma non solo!) e per giunta una volta l'anno, usando poi sempre la stessa frase in quel singolo giorno ("mai più") e scordarla il giorno dopo.

25 aprile: tra i partigiani la Brigata Ebraica

Sapete dove è Piangipane?
Probabilmente no.
Piangipane è un piccolo comune nella provincia di Ravenna, nel cui cimitero sono sepolti decine di giovani che hanno combattuto per la liberazione d’Italia.
Quei giovani erano ebrei giunti volontari, a combattere il nemico nazista, dalla Terra d’Israele allora sotto mandato britannico e per questo inquadrati nell’esercito di sua maestà.

E sapete un’altra cosa? Quei giovani erano tutti volontari, non erano soldati di leva, non vivevano in un paese in guerra e decisero di venire in Europa, non comandati, rischiando le proprie vite – e in molti la persero – per liberare l’Europa, per liberare l’Italia, per liberare noi, per la nostra libertà e quella dei nostri figli. 

Sapete invece da chi era composta la 13° brigata SS?
Da altri giovani, anche essi organizzati e arruolati da un’uomo che veniva da Gerusalemme, e tale individuo era il Gran Muftì (zio di Yasser Arafat) - la massima autorità mussulmana locale – il quale volle che i mussulmani combattessero al fianco dei loro alleati naturali, i nazi–fascisti, e per questo chiese e ottenne da Hitler di poter creare un esercito di nazisti composta da mussulmani.
Sì, alleati naturali, perché il Gran Muftì odiava la democrazia, odiava l’Europa , odiava la libertà, odiava noi e odiava i nostri figli. 

Domani è il 25 aprile, la festa della liberazione dell’Italia, un giorno l’anno in cui possiamo fermarci – magari anche per soli cinque minuti – a ricordare chi è morto, chi si è sacrificato per la nostra libertà i tanti eroi più o meno noti che hanno dato la vita per il nostro futuro.

E’ ora la notizia folle, tragica, e vergognosa.
Gli eredi di chi è sepolto a Piangipane domani non potranno sfilare a Roma, nella capitale d’Italia, perché gli eredi della 13° brigata SS di sono impossessati – con molti complici nostrani – della sfilata per la libertà dell’Italia.
Domani le bandiere della Brigata Ebraica non saranno ben volute nel corteo della libertà del nostro paese. Ma sfileranno invece le bandiere palestinesi, del Gran Muftì alleato dei nazisti ieri, i cui figli ideologici sono animati dallo stesso odio antiebraico oggi, e sognano una Europa judenfrei. 

Infine la cosa più importante:
In mezzo ci siete voi, non so cosa fecero i vostri padri o i vostri nonni durante la seconda guerra mondiale, ma oggi voi non potete dire di non sapere.
Dovete decidere da che parte stare, se con la libertà o con il nazismo, con la Brigata Ebraica o con le SS; con noi ebrei o con i mussulmani; spero che scegliate noi, perché in caso contrario sareste complici del Gran Muftì e del suo alleato Hitler; dopo 70 anni non fate ancora finta di non vedere e di non sapere.

Miky Steindler “figlio” della Brigata Ebraica , liberatrice d’Italia.


(Il comandante generale delle SS naziste Heinrich Himmler e il Gran Mufti di Gerusalemme, Amin al-Husayni, zio di Yasser Arafat e antesignano degli arabi palestinesi, creano la formazione di una divisione delle SS con volontari musulmani.)


al-Husayni con Hadolf Hitler
soldato arabo delle SS

 

il Gran Mufti incontra Hilmer



 
"L'antifascismo è elemento costitutivo e irrinunciabile della nostra società. Giusto tenere alta la guardia" (Matteo Renzi)

Concordiamo Signor Primo Ministro. Gusto tenere alta la guardia da coloro che vogliono stravolgere la Storia.

giovedì 21 aprile 2016

Venus Project

Il Venus Projet si presenta come modello di una nuova società futuristica globale dalla quale l'antico sistema monetario verrà sostituito da un'economia mondiale fondata sul libero accesso alle risorse. 

Essendo un progetto su scala mondiale, può essere realizzato soltanto se abbracciato da tutte le nazioni del mondo.



Il Venus Projet propone l'applicazione del metodo scientifico alla società e promuove la libertà umana dalla schiavitù del lavoro, ormai adempiuto da macchine e robot. La gestione della società è affidata all'intelligenza artificiale di sofisticati computer.

All'interno del nostro progetto Kabbaland, vogliamo applicare alcune delle linee-base del Venus Project.


Recentemente è stato tradotto in italiano il libro scritto dal fondatore Jacque Fresco, DESIGNING THE FUTURE ed è possibile scaricarlo gratuitamente a questo link qui sotto:


©Shazarahel. Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione dei testi presenti nel sito è consentita a patto di citarne l'autore e la fonte http://kabbaland.com

Birmania: 180 prigionieri politici finalmente liberi

Partecipare e sapere di aver fatto la differenza: queste sì che sono soddisfazioni!!
"Dear Enza
I am so excited to be able to write to you today to let you know that around 180 political prisoners in Burma have been released in the last two weeks. Thank you very much for your great support to free all political prisoners in Burma.

Burma Campaign UK was established after the military regime refused to accept the election result in 1990. Now at last, after years of campaigning in Burma and internationally, there is an NLD-led government that the people of Burma have voted for. And already we are seeing positive changes, with political prisoners starting to be released.

I am so excited that some political prisoners are being released, and being reunited with their family members. These releases show that campaigning does work. However, there are many political prisoners remaining in jail. For example, Kachin farmer Lahpai Gam, who was sentenced to 20 years in jail under false accusations, is still in jail.  It is very important that people like Lahpai Gam are not forgotten.

If we draw the attention of the NLD-led government to the remaining political prisoners, hopefully they will also be released. So we are going to continue our campaigns for the release of all remaining political prisoners in Burma so they can also go home and be with their families. We still need your help to make that happen.

Released political prisoners who we campaigned for include:
Naw Ohn Hla
Released!
A prominent woman activist, Naw Ohn Hla, was arrested for protesting outside the Chinese Embassy in Rangoon. She was sentenced to 6 years and 2 months with hard labour in Insein Prison in Rangoon.
 
Htin Lin Oo
Released!
Htin Lin Oo is a writer and a former Information Officer from the National League for Democracy (NLD). On 23rd October 2014, he gave a speech at a literary event in Chaung-U Township in Northern Burma. During his speech he criticised the use of Buddhism to promote discrimination and prejudice in the country. He was sentenced to 2 years in prison.
 
union leaders
Released!
Naing Htay Lwin and Myo Min Min are two union leaders who were arrested for organising protests calling for a pay rise of $1 a day. They were arrested for protesting without permission, and they were also falsely accused of advocating violence during protests. They were sentenced to 2 years and 6 months in prison.
 
Aung Soe
Released!
Aung Soe is a member of Yangon People’s Support Network and a former political prisoner. He has been arrested numerous times for his peaceful activities. In 2013, he was arrested and sentenced to eleven and a half years in prison for his part organising protests with farmers to plough land which had been confiscated by the Burmese government.
 
Htin Kyaw
Released!
Htin Kyaw, a human rights activist, has been repeatedly arrested and jailed for his peaceful political activities. He was arrested on 5th May 2014, and charged under two different counts including under Article 18 of the Peaceful Assembly Law. He was sentenced to 13 years and 6 months in Insein prison.
 
Nilar Thein
Released!
Nilar Thein was arrested by police for allegedly supporting student protests against the controversial Education Bill last year. Nilar Thein was charged under Article 18 of the Peaceful Procession Law. She was on trial while being remained in detention.
 
Your support has made a real difference for these political prisoners. If we draw the attention of the NLD-led government to the remaining political prisoners, hopefully they will also be released. Please help us for the release of all remaining political prisoners in Burma. We will email you soon with new actions for the political prisoners.

Thank you.
Wai Hnin
Burma Campaign UK"