lunedì 13 aprile 2015

Torino: capitale europea delle forze dell'ordine LGBTI

(l'evento si è svolto oggi 13 aprile 2015)

Torino, 12 apr. (AdnKronos) -
Torino diventa per un giorno capitale europea delle forze dell'ordine Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali). L'associazione Polis Aperta, che riunisce gli appartenenti alle Forze di Polizia e Forze Armate italiane Lgbti, in collaborazione con l'Egpa (European Glbti Police Association), organizza per domani in città la conferenza europea "Forze di Polizia contro omofobia e transfobia".

L'evento si svolgerà presso la Sala Bobbio in Via Corte d'Appello 16 con il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, della Regione Piemonte , della Città Metropolitana di Torino , dell'Oscad (Osservatorio contro gli atti discriminatori, di cui fanno parte la Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri), della Polizia Locale di Torino e del Coordinamento Torino Pride.

Il programma prevede dalle 9,30 un focus sulle discriminazioni all'interno dei Corpi di Polizia dal titolo "Sindacati e lavoratori lgbt in polizia: libertà e uguaglianza nel lavoro e nella vita" cui parteciperanno i delegati dei sindacati Confederali e di Polizia italiani ed europei, alcuni rappresentanti di EuroCop provenienti da diversi Paesi Europei e i rappresentanti dell'Egpa guidati dal presidente Herman Renes della Polizia Olandese.
Ci sarà anche la testimonianza di un agente della Polizia Locale che racconterà la sua transizione da donna a uomo. Nel pomeriggio, dalle 14, ci si concentrerà con istituzioni e forze di polizia sulle discriminazioni e i crimini ai danni della cittadinanza Lgbti con il focus "Sicurezza e Comunità, il contrasto a omofobia e transfobia con l'aiuto delle Forze di Polizia" a cui parteciperanno Giovanna Martelli, consigliere del presidente del Consiglio dei ministri in materia di Pari Opportunità, e l'europarlamentare austriaca Ulrike Lunacek, vicepresidente del Parlamento Europeo, con un suo videomessaggio.

Saranno inoltre presenti le istituzioni territoriali, i rappresentanti della Questura, dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia Locale e dell'Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute). Nell'occasione Polis Aperta celebrerà anche i dieci anni dalla sua fondazione, festeggiati ieri presso CasArcobaleno, con tutta la comunità Lgbt torinese e l'europarlamentare, co-presidente dell'intergruppo Lgbti, Daniele Viotti.

"Questi primi 10 anni di Polis Aperta - sottolinea la presidente Simonetta Moro - sono un punto di arrivo che ci piacerebbe festeggiare con il passaggio del testo Cirinnà sulle unioni civili, ma anche un nuovo punto di partenza per il riconoscimento di pieni diritti per i cittadini lgbt. L'obiettivo della conferenza - spiega - è di unire le forze con politica, sindacati, forze dell'ordine e società civile nella battaglia per l'uguaglianza e la giustizia".

(Ssa/AdnKronos)
12-APR-15 15:00

domenica 5 aprile 2015

Sulle minoranze in Medio Oriente

Nessuna persona civile può ignorare le sciagure che subiscono le minoranze in Medio Oriente

L’ambasciatore d’Israele all’Onu: “C'è solo un paese in Medio Oriente dove le minoranze hanno piena libertà di praticare la propria fede, di cambiare fede o di non praticare nessuna fede”

Di Ron Prosor
L'ambasciatore d'Israele all'Onu Ron  Prosor, autore di questo intervento
     L'ambasciatore d'Israele all'Onu Ron Prosor  

«La prossima settimana [dal 3 all’11 aprile] gli ebrei di tutto il mondo celebreranno la Pasqua che ricorda la storia dell’Esodo. In anni più recenti si è manifestato un altro esodo, questo però spinto dal flagello della persecuzione rivolta contro cristiani, curdi, yazidi, Bahai e, beninteso, ebrei.

Per più di 2.500 anni, un milione di ebrei aveva vissuto tranquillamente in terre arabe. Nel 1947 la situazione è cambiata drammaticamente. In seguito al voto con cui le Nazioni Unite decretavano il diritto alla nascita di uno stato ebraico, i governi arabi si rivolsero contro i loro cittadini ebrei. Da Baghdad a Sana’a a Tripoli, migliaia di ebrei vennero uccisi in aggressioni violente e centinaia di migliaia furono costretti a scappare per mettersi in salvo.

Gli estremisti islamisti hanno un detto: “Prima tocca alla gente del sabato, poi alla gente della domenica”. Dopo essere riusciti a cacciare la stragrande maggioranza degli ebrei dai paesi arabi, gli estremisti si sono rivolti contro i cristiani. Al volgere del XX secolo, i cristiani costituivano il 26 % della popolazione del Medio Oriente. Oggi sono meno del 10%. La piana di Ninive, in Iraq, è stata abitata da cristiani fin dal primo secolo della nostra era. L’ISIS ha investito la regione dissacrando chiese e distruggendo tesori d’arte. Ai cristiani è stata imposta la spietata scelta fra convertirsi all’islam o affrontare la morte per decapitazione, lapidazione, crocifissione.

Temendo per la propria vita, decine di migliaia di cristiani sono fuggiti nel nord dell’Iraq cercando rifugio nella regione del Kurdistan. Forze curde stanno combattendo valorosamente per difendere le proprie case e respingere la minaccia estremista. Lo scorso dicembre i combattenti curdi hanno rotto l’assedio dell’ISIS al Monte Sinjar, liberando migliaia di yazidi e cristiani. I curdi sono la forza trainante della lotta contro l’ISIS. Hanno dimostrato enorme coraggio e forza d’animo. I curdi hanno bisogno del sostegno della comunità internazionale e meritano l’indipendenza politica.

Il Centro Mondiale Baha'i a Haifa (Israele)
Il Centro Mondiale Baha'i Haifa (Israele)

La persecuzione delle minoranze non viene perpetrata solo dai gruppi estremisti. L’anno scorso in Arabia Saudita la polizia islamica ha preso d’assalto un incontro di preghiera cristiano arrestando un’intera congregazione, comprese donne e bambini. Arrestare qualcuno perché prega è come arrestare qualcuno perché mangia: questo sta sfamando il suo corpo come quello sta sfamando la sua fede.

Nel 2013, tre cristiani iraniani sono stati sorpresi a vendere copie della Bibbia, dichiarati colpevoli di – cito testualmente – “crimini contro la sicurezza dello stato” e condannati a dieci anni di carcere. Quello stesso anno, l’ayatollah Ali Khamenei emetteva una fatwa in cui bollava i fedeli della religione baha’i come “devianti”. Per sua disposizione, i baha’i iraniani vengono arrestati, torturati e privati dei più elementari diritti, compreso il diritto allo studio universitario.

C’è solo un luogo in Medio Oriente dove le minoranze hanno piena libertà di praticare la propria fede, di cambiare fede o di non praticare nessuna fede: quel luogo è Israele. Israele è la sede del Centro Mondiale Baha’i, è l’unico stato del Medio Oriente dove i drusi hanno raggiunto le più alte sfere della società, è l’unico paese in Medio Oriente dove la popolazione cristiana è in crescita. Dal momento della fondazione di Israele, nel 1948, le comunità cristiane nel paese sono cresciute più del 1.000%: cristiani israeliani siedono in Parlamento e sono giudici nella Corte Suprema.

Purtroppo non si può dire lo stesso per i cristiani che vivono sotto autorità palestinese. Da quando Hamas ha preso il controllo della striscia di Gaza, nel 2007, la metà della comunità cristiana è fuggita. Dopo che l’Autorità Palestinese ha preso il controllo di Betlemme, nel 1995, palestinesi armati hanno sequestrato case cristiane e saccheggiato la Chiesa della Natività. A causa di queste persecuzioni, la popolazione cristiana della città palestinese è scesa del 70%.

Indipendentemente dal paese d’origine, dalla fede di appartenenza e dalle proprie idee politiche, nessun essere umano civile può ignorare le sciagure che subiscono le minoranze in Medio Oriente. Milioni di persone in tutto il mondo ripongono la loro fiducia nelle Nazioni Unite. E’ ora che questo Consiglio di Sicurezza ponga fine al suo silenzio su questo flagello e dia loro motivo di speranza».
(Da: MFA, 27.3.2015)