Nessuna persona civile può ignorare le sciagure che subiscono le minoranze in Medio Oriente
L’ambasciatore d’Israele all’Onu: “C'è solo un paese in Medio Oriente dove le minoranze hanno piena libertà di praticare la propria fede, di cambiare fede o di non praticare nessuna fede”
Di Ron Prosor
L'ambasciatore d'Israele all'Onu Ron Prosor |
«La prossima settimana [dal 3 all’11 aprile] gli ebrei di tutto il
mondo celebreranno la Pasqua che ricorda la storia dell’Esodo. In anni
più recenti si è manifestato un altro esodo, questo però spinto dal
flagello della persecuzione rivolta contro cristiani, curdi, yazidi,
Bahai e, beninteso, ebrei.
Per più di 2.500 anni, un milione di ebrei aveva vissuto
tranquillamente in terre arabe. Nel 1947 la situazione è cambiata
drammaticamente. In seguito al voto con cui le Nazioni Unite decretavano
il diritto alla nascita di uno stato ebraico, i governi arabi si
rivolsero contro i loro cittadini ebrei. Da Baghdad a Sana’a a Tripoli,
migliaia di ebrei vennero uccisi in aggressioni violente e centinaia di
migliaia furono costretti a scappare per mettersi in salvo.
Gli estremisti islamisti hanno un detto: “Prima tocca alla gente del
sabato, poi alla gente della domenica”. Dopo essere riusciti a cacciare
la stragrande maggioranza degli ebrei dai paesi arabi, gli estremisti si
sono rivolti contro i cristiani. Al volgere del XX secolo, i cristiani
costituivano il 26 % della popolazione del Medio Oriente. Oggi sono meno
del 10%. La piana di Ninive, in Iraq, è stata abitata da cristiani fin
dal primo secolo della nostra era. L’ISIS ha investito la regione
dissacrando chiese e distruggendo tesori d’arte. Ai cristiani è stata
imposta la spietata scelta fra convertirsi all’islam o affrontare la
morte per decapitazione, lapidazione, crocifissione.
Temendo per la propria vita, decine di migliaia di cristiani sono
fuggiti nel nord dell’Iraq cercando rifugio nella regione del Kurdistan.
Forze curde stanno combattendo valorosamente per difendere le proprie
case e respingere la minaccia estremista. Lo scorso dicembre i
combattenti curdi hanno rotto l’assedio dell’ISIS al Monte Sinjar,
liberando migliaia di yazidi e cristiani. I curdi sono la forza
trainante della lotta contro l’ISIS. Hanno dimostrato enorme coraggio e
forza d’animo. I curdi hanno bisogno del sostegno della comunità
internazionale e meritano l’indipendenza politica.
Il Centro Mondiale Baha'i Haifa (Israele) |
La persecuzione delle minoranze non viene perpetrata solo dai gruppi
estremisti. L’anno scorso in Arabia Saudita la polizia islamica ha preso
d’assalto un incontro di preghiera cristiano arrestando un’intera
congregazione, comprese donne e bambini. Arrestare qualcuno perché prega
è come arrestare qualcuno perché mangia: questo sta sfamando il suo
corpo come quello sta sfamando la sua fede.
Nel 2013, tre cristiani iraniani sono stati sorpresi a vendere copie
della Bibbia, dichiarati colpevoli di – cito testualmente – “crimini
contro la sicurezza dello stato” e condannati a dieci anni di carcere.
Quello stesso anno, l’ayatollah Ali Khamenei emetteva una fatwa in cui
bollava i fedeli della religione baha’i come “devianti”. Per sua
disposizione, i baha’i iraniani vengono arrestati, torturati e privati
dei più elementari diritti, compreso il diritto allo studio
universitario.
C’è solo un luogo in Medio Oriente dove le minoranze hanno piena
libertà di praticare la propria fede, di cambiare fede o di non
praticare nessuna fede: quel luogo è Israele. Israele è la sede del
Centro Mondiale Baha’i, è l’unico stato del Medio Oriente dove i drusi
hanno raggiunto le più alte sfere della società, è l’unico paese in
Medio Oriente dove la popolazione cristiana è in crescita. Dal momento
della fondazione di Israele, nel 1948, le comunità cristiane nel paese
sono cresciute più del 1.000%: cristiani israeliani siedono in
Parlamento e sono giudici nella Corte Suprema.
Purtroppo non si può dire lo stesso per i cristiani che vivono sotto
autorità palestinese. Da quando Hamas ha preso il controllo della
striscia di Gaza, nel 2007, la metà della comunità cristiana è fuggita.
Dopo che l’Autorità Palestinese ha preso il controllo di Betlemme, nel
1995, palestinesi armati hanno sequestrato case cristiane e saccheggiato
la Chiesa della Natività. A causa di queste persecuzioni, la
popolazione cristiana della città palestinese è scesa del 70%.
Indipendentemente dal paese d’origine, dalla fede di appartenenza e
dalle proprie idee politiche, nessun essere umano civile può ignorare le
sciagure che subiscono le minoranze in Medio Oriente. Milioni di
persone in tutto il mondo ripongono la loro fiducia nelle Nazioni Unite.
E’ ora che questo Consiglio di Sicurezza ponga fine al suo silenzio su
questo flagello e dia loro motivo di speranza».
(Da: MFA, 27.3.2015)
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