brano tratto dal libro di Josef Jossy Jonas
Sir Benjamin James Rotschild riceveva capi di stato e capitani di
industria nel suo piccolo studio nel centro città, per quasi 12 ore al
giorno. Era un uomo molto impegnato ed iniziava a ricevere alle 7.45.
L'appuntamento di quella mattina di novembre era un appuntamento importantissimo
e fu concesso alle 7 in punto, ma non si presentarono principi o
imprenditori bensì modesti contadini e qualche contabile; erano i
sionisti, i pionieri che stavano bonficando Israele.
Saltarono i convenevoli e vennero al dunque.
Aaron Zuckerman il capo della delegazione aprì la cartina sulla scrivania di James Rotschild e, puntando il dito in una zona tra Tel Aviv e Haifa, disse semplicemente : "è qui".
Rotschild: “cosa?”
Rotschild: “Ho già dato tanti soldi per comprare Rishon!” (*)
Rotschild: "Gli arabi ci vendono le terre a prezzi dieci volte maggiori il loro valore perché sanno che a noi servono. Sono terre sabbiose, malariche ed incoltivabili, questa zona è assolutamente inutilizzabile;
Aaron Zuckerman: "Signor Rotschild, le terre che gli Inglesi ci hanno date sono poche, non bastano. Dobbiamo coninuare a comprare dagli Arabi, le bonificheremo, ci pianteremo gli eucalipti e poi piano piano..."
Rotschild: "Piano piano cosa? Gli eucalipti non si mangiano. Ci vorranno decenni; non avete macchinari né sementi né attrezzature
Aaron Zuckerman rimase in piedi immobile come se non avesse sentito. No era una risposta che non poteva semplicemente accettare. Aveva negli occhi quella luce... quella luce che hanno i sognatori che non si arrendono mai, che vedono quello che non c'é ma sanno che ci sarà.
Zuckerman: “La prego Sir Rotschild, gli ebrei sono perseguitati in tutto il mondo e verrrano a rifugiarsi in Israele, ma dobbiamo far trovare loro terre e campi coltivabili, per ora è solo deserto… non avranno di che nutrirsi…”
Rotschild: “E allora? ho detto no; vi prego andate in pace ho mille impegni, faccio tanta beneficenza ma questo progetto è folle e assurdo. Andate in pace ora… beazhlaha'”.
(Beazlaha' = in ebraico: che abbiate successo).
Usciti i Pionieri, Rotschild prese la sua tazza di te - la prima della giornata - e scostò la tenda per guardare la città da dietro la finestra. Vide il fumo delle ciminiere, la pioggia e la nebbia di novembre che sovrastava il tutto… il fango nella strada di una Parigi invernale e triste.
Poggiò la tazzina di scatto sul tavolo ed urlò alla segretaria di fermare i Zionisti prima che uscissero dall'edificio.
Aaron Zuckerman si ripresento immediatamente: "Eccoci signor Rotschild, che c'è?"
Rotschild: "Va bene …va bene; avrete i soldi… comprerò i terreni dagli Arabi ai loro prezzi gonfiati, non importa ma voglio una cosa, anzi due".
Zuckerman: "Preg
Rotschild: "Voglio che costruiate una città, piccola ma bella, bellissima. Dovranno esserci giardini, piante, aiuole e tanti fiori… con tante panchine all'ombra che i vecchi possano riposare nei pomeriggi d'estate... dov
I Sionisti si guardarono in faccia scettici: “Vede Signor Rotschild non è così facile né sicuro che riusciremo a..."
Rotschild li interruppe: "Poi voglio un'altra cittadina, piccola ma con attorno boschi con animali selvatici liberi e anche dei vigneti per farne il nostro buon vino ebreo e ci metterete i cavi della elettricità, il telefono e tutte le cose moderne possibili. Sarà dedicata alla memoria di mio padre Yaaqov" .
Aaron Zuckerman guardò il barone Rotschild senza riuscire a fermarlo... perc
In fondo, ora, vedeva negli occhi del barone quella stessa luce; quella luce che avevano i Sionisti, i sognatori folli. Far crescere frutta e fiori nel deserto? Un sogno, una follia niente di più.
Rotschild: “Allora Signor Zuckerman, se non credete nemmeno voi ai vostri sogni come potrò mai fidarmi di lei? Qual è la vostra risposta dunque?”
Zuckerman avrebbe voluto dire che sarebbero stati fortunati a coltivare qualcosa di commestibile ma senza grosse aspettative; che le richieste del suo interlocutore erano esagerate ed impossibili ma si trattenne dal farlo, sorrise e disse semplicemente:
“Signor Rotschild ...avrete le vostre due città, ve lo giuro sulla testa dei miei cinque figli”.
Che poi in fondo promettere non costa niente e tanto ci sarebbero voluti tanti di quegli anni, chissà se mai... chissà.
Pomodori e fiori nel deserto? Giardini? ... Ma su andiamo, siamo seri.
Però... però.
Però, se venite in Israele - e veniteci perché è un paese bellissimo - da Tel Aviv prendete la strada per Haifa in direzione nord. La numero 4.
Dopo un’ora e mezzo circa incontrerete una città giardino -Pardes Chana- (il giardino di Chana come la moglie del Barone Rotschild) con tanti fiori e case basse ad un piano, immerse nel verde, e le panchine nelle piazze all’ombra per dare refrigerio ai vecchi d’estate.
Andando avanti sulla stessa autostrada troverete una cittadina adagiata su due colline con un bel boschetto e delle vigne e con tanti bei viali alberati; ristorantini e boutique nelle stesse case coloniche utilizzate 100 anni fa per bonificare la zona. E i vigneti, che ancora oggi producno il vino ebreo...
Ziqron Yaqov si chiama la città ( Ziqron= Ricordo-memoria
Ma aspettate, non è finita, in mezzo alle due cittadine ve ne è una terza: BENJAMINA, piccolina ma deliziosa. Non era prevista, e fu dedicata a Sir Benjamin James Rotschild che rese possibile tutto questo. Perché in fondo, quando ci vuole ci vuole.
Giardini laddove c’era il deserto. Questo fu il Sionismo: il sogno impossibile di chi non ha mai smesso di sognare.
Buon compleanno Israele e che tutti sappiano come sei nata.
(*)Rishon Le Zion (rishon=primo), il primo apezzamento di terra comprata dai Zionisti in Israele
Nota mia: il 90% della bibliografia diffusa descrive i Rotschild come dei beceri dominatori occulti. Sarebbe ora di far conoscere la vera storia della nascita d'Israele, cominciando a divulgarla nelle scuole. Non si può SOLO parlare dell'olocausto (anche, ma non solo!) e per giunta una volta l'anno, usando poi sempre la stessa frase in quel singolo giorno ("mai più") e scordarla il giorno dopo.
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