mercoledì 25 maggio 2016

Rabbi Shimon Bar-Yochai (Rashbi)

Nel secondo secolo dell’Era Volgare venne conferita, ad un singolo uomo, tutta la conoscenza spirituale che i Kabbalisti avevano accumulato nei 3000 anni che precedettero  quest’epoca. Rabbi Shimon Bar-Yochai (Rashbi) mise tutto per iscritto,  e poi nascose questi testi, dato che l’umanità non era ancora pronta a riceverli. Oggi noi siamo pronti per la rivelazione de Il Libro dello Zohar.

Rabbi Shimon Bar-Yochai (Rashbi), autore de Il Libro dello Zohar (Il Libro dello Splendore) fu un Tana (un grande saggio nei primi secoli dell’Era Volgare). Egli fu anche studente di Rabbi Akiva. Il nome di Rashbi è legato a numerose leggende, ed egli è più volte menzionato  nel Talmud e nella Midrash, i testi sacri ebraici della sua epoca. Il Rashbi visse a Sidon ed a Meron, ed istituì un seminario nella Galilea Occidentale.

Rashbi nacque e crebbe in Galilea (una regione montuosa nell’attuale nord dell’Israele). Anche quand’era ancora un bambino,  non fu mai come i bambini della sua età. Domande come: “Qual è lo scopo della mia vita?”, “Chi sono?”, e “Come è costruito il mondo?” lo tormentavano, richiedendo una risposta.

In quei giorni, la vita in Galilea era molto dura: i romani perseguitavano gli ebrei e promulgavano continuamente nuove leggi per rendere miserabili le loro vite. Tra queste leggi esisteva un decreto che proibiva agli ebrei di studiare la Torah (a quell’epoca sinonimo di Kabbalah).

Nonostante la proibizione dei romani, Rashbi si immerse nello studio della  Kabbalah e cercò di capirne il  significato più oscuro. Egli percepì che sotto le storie bibliche risiedeva un significato profondo e nascosto, che conservava le risposte alle sue persistenti domande.

Gradualmente, Rabbi Shimon arrivò a capire che doveva trovare un insegnante che avesse già percorso la strada spirituale ed acquisito l’esperienza, una persona che avrebbe potuto guidare gli altri nell’ascesa della scala spirituale. Egli decise allora di unirsi al gruppo del più grande Kabbalista dell’epoca: Rabbi Akiva, una decisione questa che segnò la svolta nella sua vita.

Studiare con Rabbi Akiva

Rabbi Shimon fu uno studente avido e devoto, ardente di desiderio nello scoprire la Forza Superiore. Ben presto fu uno dei migliori studenti di Rabbi Akiva. Egli studiò col suo maestro per 13 anni e raggiunse i livelli più alti della scala spirituale.

La rivolta di Bar-Kokheva pose fine, improvvisamente, ai grandi giorni del seminario di Rabbi Akiva. Quasi tutti i suoi 24.000 studenti morirono di peste o nelle battaglie feroci contro i romani. Sopravvissero solo 5 dei 24.000 studenti, e Rashbi era uno di loro.

Rashbi fu uno dei leader nella rivolta di Bar-Kokheva contro la legge romana nella terra di Israele. La sua resistenza divenne anche più cruenta e dura quando egli apprese in che modo venne giustiziato il suo insegnante Rabbi Akiva. 

Il Talmud racconta che in una delle occasioni in cui Rashbi si espresse contro la legge romana, un altro ebreo lo ascoltò e mise in allerta le autorità romane. Di conseguenza Rashbi fu giudicato in latitanza e fu condannato a morte. L’imperatore romano mandò degli uomini a cercarlo, ma con loro disappunto Rashbi sembrava essere svanito nel nulla.

La Grotta a Piqiin

La leggenda narra che Rashbi e suo figlio fuggirono in Galilea, si nascosero nella grotta di Piqiin, un villaggio nel Nord d’Israele, e rimasero lì per 13 anni. Durante il soggiorno in quella grotta, essi scavarono nei segreti della saggezza celata. I  loro sforzi ebbero successo, ed essi arrivarono a  scoprire l’intero sistema della Creazione.

Dopo 13 anni passati in quella grotta, Rashbi venne a sapere che l’imperatore romano era morto. Egli poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo aver lasciato quella grotta, Rashbi radunò nove studenti e con loro si recò in una piccola grotta a Meron, conosciuta come l’Idra Rabba (La Grande Assemblea). Con il loro aiuto, egli scrisse Il Libro dello Zohar, il libro più importante della Kabbalah.

Il Baal HaSulam descrisse Rashbi ed i suoi studenti come gli unici capaci di raggiungere la perfezione, i 125 livelli spirituali che completano la correzione dell’anima. Quando completò il suo commento de “Il Libro dello Zohar”, il Baal HaSulam diede un pranzo per festeggiare la fine del proprio lavoro.  Durante quella celebrazione egli affermò che: “(…) prima dei giorni del Messiah era impossibile che venissero assegnati tutti i 125 livelli….eccezion fatta per Rashbi ed i suoi contemporanei, cioè gli autori de Il Libro dello Zohar. Ad essi furono assegnati tutti i 125 livelli nella loro integrità, anche se vissero prima dei giorni del Messiah.

Ecco perché,  spesso troviamo nello Zohar, che non ci sarà una generazione simile a quella di Rashbi, fino alla generazione del Re Messiah. Questo è il motivo per cui la sua composizione fece una così grande impressione nel mondo, dato che i segreti della Torah occupano il livello di tutti i 125 gradini. Questo spiega anche perché nello Zohar è detto che Il Libro dello Zohar non sarà rivelato che alla fine dei giorni, cioè nei giorni del Messiah”.

L’Idra Rabba (La Grande Assemblea) ed Il Libro dello Zohar

L’Idra Rabba è una grotta situata nel Nord d’Israele, tra Meron e Zephath. Rashbi portò lì i suoi studenti, e lì scrisse Il Libro dello Zohar. Noi persone comuni  troviamo impossibile comprendere quanto grande fu realmente Rabbi Shimon Bar-Yochai. Egli appartiene, come sostiene il Baal HaSulam, alla più alta Luce Interiore. Questo è il motivo per cui era solito avvalersi dell’aiuto di Rabbi Abba per mettere per iscritto le sue parole. Ne Il Libro dello Zohar, Rashbi dice ai suoi studenti: “Vi organizzo come segue: Rabbi Abba scriverà,  Rabbi Elazar, mio figlio, studierà oralmente, ed il resto degli amici converserà nei propri cuori” (Zohar, Haazinu).

Immagine presso l'ingresso della grotta segreta di Rashbi, che indica
il suo nome - L'Assemblea  - e i nomi dei membri del suo gruppo.

Il Libro dello Zohar fu scritto nel secondo secolo della nostra era, non molto tempo dopo la rovina del Secondo Tempio, all’inizio dell’ultimo esilio della gente d’Israele dalla propria terra. Ma anche prima dell’esilio, Rashbi predicò che Il Libro dello Zohar sarebbe stato rivelato solo alla fine dell’esilio. Egli affermò che la sua rivelazione alle masse avrebbe simbolizzato la fine dell’esilio spirituale: “(…) solo con lo studio dello Zohar essi  usciranno, con la misericordia, dall’esilio.” (Zohar, Naso).

È anche scritto ne Il Libro dello Zohar che la sua saggezza sarebbe stata rivelata a tutti verso la fine dei seimila anni, che rappresenta il periodo assegnato per la correzione dell’umanità: “E quando sono vicini i giorni del Messiah, anche i bambini del mondo sono destinati a scoprire i segreti della saggezza,  a comprendere in essi i termini ed i programmi della redenzione, ed è in quel  tempo che sarà rivelata a tutti” (Zohar, VaYera)

I Segreti della Reincarnazione

Rashbi è l’incarnazione di un’unica anima, che coordina e connette la Forza Superiore ad ogni creazione. Quest’anima discende nel nostro mondo e si incarna nei patriarchi della Kabbalah. Questo è l’ordine di apparizione: Abramo, Mosè, Rabbi Shimon Bar-Yochai, l’Arì (Rabbi Isaac Luria), Rav Yehuda Ashlag (Baal HaSulam). Ogni reincarnazione di quest’anima innalza l’umanità ad un nuovo livello spirituale e lascia la propria impronta nei libri di Kabbalah, che serviranno alle generazioni future.

Un esempio di questo processo si può trovare nelle sezioni speciali de Lo Zohar chiamato Raia MeHeimna (Il pastore fedele). In queste parti, Rashbi parla dello stato di rivestimento dell’anima di Mosè. Un altro esempio di questo è il libro Shaar HaGilgulim (Il cancello delle Reincarnazioni) in cui Rashbi parla dello stato di rivestimento dell’anima dell’Arì.

Il Libro dello Zohar è indubbiamente unico, ed è una delle opere più rinomate del mondo. Da quando venne scritto, migliaia di storie sono state collegate allo Zohar, ed il libro è ancora oggi avvolto nel mistero. Il fascino intorno ad esso è così grande che, anche se milioni di persone lo leggono diligentemente, il libro è completamente incomprensibile per la nostra generazione, senza un’adeguata  interpretazione.

La Morte di Rashbi


Secondo la tradizione Rabbi Shimon Bar-Yochai morì, alla presenza dei suoi amici, durante Lag BaOmer (il 33° giorno del conto di Omer, che comincia il primo giorno di Pasqua) dell’anno 160 della nostra era, e venne seppellito a Meron. Con la sua morte, l’anima del grande Kabbalista completò il suo compito nel nostro mondo.

Rashbi raggiunse la sua destinazione.  Centinaia di migliaia di persone  visitano la sua tomba ogni anno, cercando di sentire un  poco di quella Luce che egli ha portato nel mondo. I più grandi Kabbalisti elogiano la sua opera  ed affermano ripetutamente che Il Libro dello Zohar è destinato a portare il mondo verso la redenzione.

Rav Kook, il primo Rabbino Capo d’Israele, scrive sullo Zohar (Ohr Yakar): “Quest’opera, chiamata Il Libro dello Zohar, è come l’Arca di Noè, in cui c’erano molte specie animali, ma quelle razze e famiglie non sarebbero potute esistere, se non entrando nell’arca… Perciò il giusto conoscerà il segreto della Luce di quest’opera per continuare, ed è in  virtù della composizione che, con l’immediato impegno, e con il desiderio per l’amore di Dio, sarà attirato come un magnete viene attirato dal ferro. Ed egli  avanzerà per salvare la propria anima, il proprio spirito e la propria correzione. Ed anche se egli è malvagio, non c’è alcun timore, egli entrerà”.

Noi stiamo vivendo in un periodo storico. L’anima di Rashbi sta completando la sua missione nella nostra generazione, e grazie a questo gigante spirituale, che è vissuto circa 2.000 anni fa, la Saggezza della Kabbalah sta emergendo in modo tale che tutti possiamo innalzarci verso una vita di eternità e perfezione.

http://www.kabbalah.it/cose-la-kabbalah/testi-autentici-e-lezioni/i-grandi-kabbalisti/rashbi.html

Moked - Lag BaOmer, intensità e gioia
Oggi ricorre Lag BaOmer, il trentatreesimo giorno dell’Omer (secondo la Ghematriah la lettera “lamed” [ל] vale 30 e la lettera “gimel” [ג] vale 3, pertanto le due lettere assieme fanno 33 [לג).

Un momento di festa che sarà festeggiato con intensità e gioia anche dai partecipanti al Moked primaverile, la convention organizzata dal dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in cui si interrompe il periodo semiluttuoso che va dal secondo giorno di Pesach e finisce con la festa di Shavuot. Durante i cinquanta giorni dell’Omer, infatti, si ricordano, oltre alle tante Comunità ebraiche che rimasero vittima delle crociate, le dodicimila coppie di allievi di Rabbi Akiva, che morirono per la diffusione di una pestilenza.

Secondo la tradizione talmudica, i discepoli del celebre maestro furono puniti da D-o perché “non agirono con rispetto l’uno dell’altro”. L’epidemia che li colpì, terminò proprio il giorno di Lag BaOmer che da allora divenne un giorno di festa e, come ha ricordato Rav Adolfo Locci nel suo editoriale su Hatikwa, rappresenta il simbolo della Ahavat Israel (amore per Israele), ovvero del rispetto del prossimo.
Durante Lag BaOmer cadono, dunque, le diverse proibizioni che caratterizzano il periodo dell’Omer: è permesso celebrare matrimoni, radersi la barba o tagliarsi i capelli. Nel Medioevo questo giorno aveva assunto un significato particolare per gli allievi delle scuole rabbiniche, tanto da venire definito “Festa dello studioso”. Questa tradizione si è conservata fino ai giorni nostri, infatti in Israele, nei campus universitari, i giovani continuano a festeggiare questa ricorrenza come la “giornata dello studente”.

Oltre all’epidemia degli allievi di Rabbi Akiva, nel giorno di Lag BaOmer cade anche l’anniversario della scomparsa di Rabbì Shim‘on Bar Yochai, riconosciuto come l’autore di uno dei libri fondamentali della Kabbalah, lo Zohar. La sua tomba presso il villaggio di Meron, vicino città di Sofen, è diventato un luogo di pellegrinaggio e il 18 di Iyar viene riconosciuto come Yom Hillula, un giorno di celebrazioni gioiose e allegre. Molte persone infatti si raccolgono ogni anno a Meron per festeggiare con danze, canti ed accensioni di grandi falò il ricordo di Rabbì Shim‘on Bar Yochai. Alcuni portano i propri figli, al terzo anno di età, a rasarsi per la prima volta i capelli come segno di buon auspicio e fortuna.

Terzo avvenimento che si ricorda durante la festa di Lag BaOmer è la rivolta di Bar Kokba. Tra il 135 e il 132 e.v. Shimon Ben Kosiba, soprannominato Bar Kokba (figlio della stella), guidò l’insurrezione, inizialmente vittoriosa, di una parte del popolo di Israele contro i romani. La ribellione, di cui Rabbi Akiva fu il leader spirituale, fu poi sedata nel sangue. Bar Kokba, di cui si narrano le gesta eroiche, trovò la morte nella famosa fortezza di Betar (nome ripreso da Zeev Jabotinski nel 1923 quando creò il movimento giovanile sionista revisionista Betar), assediata per oltre un anno dalle legioni del generale Sesto Giulio Severo.
Tradizionalmente la rivolta di Bar Kokba viene ricordata con l’accensione di falò, in memoria dei fuochi di segnalazione accesi dai ribelli sulle montagne, mentre i bambini giocano con arco e frecce.

Daniel Reichel

http://moked.it/blog/2010/04/30/moked-lag-baomer-intensita-e-gioia/

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