mercoledì 2 gennaio 2013

Proteste antistupro in India

India, rabbia anti stupro


Ad accogliere la bara dorata proveniente da Singapore in piena notte, all'aeroporto di New Delhi, c'erano anche il premier indiano Manmohan Singh e la presidente del partito del Congresso Sonia Gandhi. La ragazza stuprata e uccisa nella capitale indiana da un 'branco' di balordi su un autobus è stata cremata all'alba in segreto con una breve cerimonia funebre. Si sarebbe dovuta sposare presto, secondo quanto confidato da una sua amica. 
I funerali, tuttavia, non chiudono il sipario su una vicenda che nel Subcontinente ha sollevato un'ondata di rabbia e di commozione senza precedenti. Costringendo ad esprimersi le stesse Nazioni Unite e mettendo in difficoltà anche lo stesso governo indiano, obbligato a blindare le vie della capitale e gli accessi della metropolitana per contenere le contestazioni dei giovani.

FIACCOLATE DI PROTESTA. Anche il 30 dicembre, per il secondo giorno consecutivo, le strade dirette all'arco di India Gate, cuore delle violente proteste prima di Natale, e verso i palazzi governativi, sono state sigillate dalle transenne e da un massiccio cordone di polizia. Una folla di circa 3 o 4 mila giovani ha però continuato il sit-in pacifico nell'unica area dove sono consentite le dimostrazioni, nei pressi dell'antico osservatorio astronomico del Jantar Mantar. La mattina del 30, i giovani hanno tentato di sfondare con spinte e una sassaiola le barriere per marciare sul parlamento ma sono stati respinti dalle forze anti sommossa. Le dimostrazioni sono seguite in diretta no stop da diverse televisioni private.
In serata, i manifestanti hanno marciato in silenzio con le candele in mano come era già avvenuto la sera del 29 dicembre. È probabile che le agitazioni continueranno anche il 31 dicembre, quando è prevista una fiaccolata verso la fermata del bus nel quartiere di Munirca dove la giovane era salita la sera del 16 dicembre con il suo ragazzo.

«Doveva sposarsi a febbraio: aveva già scelto l'abito»

 
La famiglia ha chiesto ai giornalisti di osservare la privacy durante i funerali che sono stati scortati da polizia e reparti speciali e a cui hanno partecipato diversi politici nonostante l'ora notturna. La sua identità non è mai stata rivelata. Il Times of India l'ha chiamata Nirbhaya, mentre altri l'hanno soprannominata Damini, dal nome di un'eroina di un film di Bollywood.
 
IL SOGNO: LAVORO E MATRIMONIO. Proveniente da una povera famiglia di casta bassa dell'Uttar Pradesh, la giovane aveva frequentato un istituto specializzato in fisioterapia a Dehradun, città ai piedi dell'Himalaya dove sorgono molte scuole, grazie ai soldi ricavati dalla vendita di un terreno dei nonni nel villaggio natale. Il padre ha un mestiere precario all'aeroporto di New Delhi. Era la prima di tre figli e, secondo un altro conoscente sentito dal Sunday Express, aveva studiato con grande determinazione con la consapevolezza che un giorno avrebbe guadagnato bene e quindi aiutato la propria famiglia.
La giovane 23enne stava facendo l'apprendistato in un ospedale pubblico. Durante le esequie, un'amica, Meena Rai, ha rivelato che «doveva sposarsi a febbraio»-. La ragazza l'aveva anche accompagnata a scegliere gli abiti nuziali. 

letto su www.lettera43.it

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