lunedì 18 febbraio 2013

Solidarietà per Pinar Selek

"SIAMO SEMPRE TESTIMONI"
SOLIDARIETA' PER PINAR SELEK

(ricorderete quanto scrissi e da voi partecipato attivamente Pinar Selek superi le frontiere, condannata all’ergastolo dalla Turchia http://taggatore.com/articolo/pinar-selek-superi-le-frontiere-condannata-all-ergastolo-dalla-turchia)
Ricevo e inoltro , confido nella vostra diffusione. GRAZIE

Cari tutti e tutte, vi scriviamo per ringraziarvi delle vostre adesioni e della solidarietà che in vario modo avete espresso. Come avevamo spiegato siamo andate come osservatrici internazionale all'udienza del 24 gennaio 2013 del processo contro Pinar Selek ad Istanbul ed è stata una grande farsa! Siamo rimaste stordite ma molto arrabbiate e ancora più determinate a protestare contro la sentenza di ergastolo a cui è stata condannata.
 
 

Ricordiamo che il 22 novembre 2012 era stata richiesta la riapertura del processo che aveva avuto già tre assoluzioni di cui l'ultima nel 2011, la quale sarebbe dovuta essere per la legge turca conclusiva. 
La questione principale discussa nella udienza del 24 gennaio è stata proprio quella dell'illegittimità di riapertura del processo. Inoltre nell'aula c'erano molti giornalisti e più di 100 persone come osservatori locali e internazionali (delegazioni dall' Austria, Francia, Germania e Italia), con una notevole copertura mediatica.
Nonostante questo e nonostante che al processo non siano stati aggiunti nuovi elementi oltre a quelli già confutati dalle assoluzioni precedenti, la 12° Corte Penale ha da subito rifiutato di accogliere la richiesta degli avvocati di non riapertura del caso, per arrivare direttamente ad una condanna definitiva di carcere a vita. Una punizione esemplare che conclude un processo tutto politico.

Attraverso lo strumento dell'arbitrio giudiziario e del carcere, lo Stato turco reprime le lotte sociali e "educa" al silenzio tutte le voci che rivendicano la libertà di scegliere decidere e autodeterminare la propria vita.
Attraverso lo strumento dell'arbitrio giudiziario e del carcere, lo Stato turco vuole rompere la solidarietà tra i diversi soggetti sociali in lotta che, come Pinar nel proprio parlare, scrivere, agire insieme, mettono in discussione l'ideologia e l'articolazione dello Stato militare.
Pinar non ha accettato in tutti questi anni di rimanere in silenzio e in casa, e per questo viene perseguitata!
 
Noi con lei continuiamo ad urlare che la sua lotta contro l’oppressione e la violenza dello Stato turco è la lotta di tutte noi contro l’oppressione patriarcale-istituzionale, che la sua passione per la libertà di tutte e tutti è anche la nostra, e che la solidarietà è la nostra forza e intelligenza.
Comitato "Pinar Selek libera!"
 
Qui di seguito trovate l'appello della rete turca "Siamo sempre testimoni", mentre oggi 18 febbraio si terrà a Strasburgo una conferenza stampa della delegazione francese con la presenza di Pinar. 
Qui (http://www.pinarselek.fr/?page=article&&id=260) potete leggere l'appello. Invitiamo tutti e tutte a sostenere la lotta di Pinar per la libertà di parola, pensiero scrittura e azione per tutte e tutti! 
Per maggiori informazioni visitate
http://solidarietapinarselek.noblogs.org/
Per organizzare iniziative per far conoscere il caso di Pinar il più possibile, o per sostenere le nostre spese scriveteci a solidarietapinarselek@autistici.org
 
AVETE CONDANNATO LA NOSTRA PINAR ALL'ERGASTOLO!
Consideriamo questa condanna nulla e mai avvenuta
PER NOI RESTA L’ASSOLUZIONE DI PINAR
LA NOSTRA LOTTA CONTINUA

Un nuovo scandalo giudiziario è avvenuto sul caso del mercato egiziano, la cui storia senza fine è entrata nel suo 15° anno: Pınar è stata condannata all’ergastolo.
Ricordiamoci che la 12° Corte penale di Istanbul ha reso un verdetto di assoluzione per Pinar Selek per la terza volta il 9 febbraio 2011. La corte ha revocato la sua stessa sentenza definitiva di assoluzione in violazione del diritto a un processo equo e alla legge del 22 novembre 2012.
Dopo che la corte ha respinto la domanda di ricusazione degli avvocati di Pınar Selek, il 24 gennaio 2013 è stata confermata l'assoluzione d'Abdülmecit Öztürk, l'altro accusato nel caso del mercato egiziano, con la motivazione che questa assoluzione non ha visto una procedura d’appello davanti alla corte suprema. Così la corte ha pronunciato una sentenza di ergastolo a vita solo per Pinar.
La testimonianza di Öztürk non era stata convalidata dalla corte perché era stata estorta sotto tortura, tanto da portare alla sua assoluzione, ma ora è stata considerata valida per condannare Pınar Selek!
Il presidente della corte ha votato a favore dell’assoluzione di Pınar Selek, con la motivazione che la corte aveva il diritto di mantenere la precedente decisione di assoluzione e che non esisteva alcuna prova sufficiente per una condanna. Tuttavia, in seguito al voto contrario degli altri due giudici, il voto complessivo della corte è stato a maggioranza di due contro uno.
Ma questa non è la decisione finale, le possibilità di ricorso non sono finite e questo verdetto illegale sarà contestato davanti alla corte suprema.
Per noi che abbiamo assistito a questo grosso fallimento della giustizia, così come per l’opinione pubblica in Turchia e nel mondo, questa decisione è senza valore. Questa ultima sentenza è nulla e mai avvenuta da un punto di vista giuridico. La stessa corte non ha esitato a rendere due decisioni contraddittorie – l’assoluzione e la revoca dell’assoluzione. Per questa ragione, noi rimaniamo all’ultima decisione di assoluzione del 9 febbraio 2011.

Noi continueremo con decisione la nostra lotta per la giustizia e il rispetto della legge durante il processo d’appello alla corte suprema; la nostra lotta ha sempre più il sostegno dell’opinione pubblica nazionale e internazionale. Pinar è innocente, lo è sempre stata.
Considerato che si cerca di renderla vittima di una vasta operazione politica, dichiariamo che noi non abbandoneremo mai la mano di Pinar: in un paese dove l’oppressione ci è imposta sotto il nome di “giustizia”, un tale paese è una vera prigione per tutti e tutte.

La piattaforma «Siamo sempre testimoni» (Turchia)

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