di Umberto Minopoli
Media
italiani. Fate bene a nascondere dietro la retorica la morte del nostro
giovane connazionale. Dovreste porvi altrimenti delle domande. E
sarebbero imbarazzanti per voi.
State
cantando da tempo la tragedia di Gaza con il metro logoro del racconto
epico della lotta tra Davide e Golia. Vi state assumendo la
responsabilità di trattare quelle strade polverose e minate di Gaza
come un normale teatro di guerra. Dove mandate a rischiare la vita
giovani cronisti a cui fate credere di fare un lavoro eroico. E invece
voi, direttori di giornali, di TV, di struttura associate di stampa,
state facendo solo un lavoro sporco. Sì, sporco. Perché vi state
prestando, senza battere ciglio, all'idea insopportabile della guerra,
della vita e della morte di una banda di terroristi.
Perché quel nostro
cronista era lì?
Cosa c'è da comunicare nel disinnesco di una bomba?
E
perché non farlo da lontano, come sempre si fa in questi casi?
Non
diteci balle: non era un'azione di guerra da riprendere. Era
un'operazione di sminamento, normalissima dappertutto e che si svolge
dappertutto osservando banalissime regole di sicurezza. La prima? Sul
posto ci stanno solo gli artificieri. Invece a Gaza una pericolosissima
ma ordinaria azione di sminamento si svolge sotto telecamere e taccuini.
Pazzesco!
Perché quella che è normalissima regola dappertutto, non lo
è a Gaza?
Perché solo a Gaza governanti assatanati e terroristi
concepiscono la guerra come spettacolo di propaganda. E misurano la
vittoria in termini di numero di vittime civili della propria gente.
Questa è Hamas. Per loro il teatro di guerra devono essere case,
ospedali, scuole. Per loro le scene di guerra, anche uno sminamento,
vanno amplificate con video e servizi che emozionino il mondo perché
mettono davanti le vittime civili, le case distrutte, le bombe inesplose
nei cortili. Tutto da riprendere con foto e video per emozionare.
Hamas
ha ideato, a tavolino, una guerra che deve svolgersi non in campo
aperto o intorno ad obiettivi militari come avviene nella terribile
convenzione della guerra. Ed esponendo "al minimo" i civili, dandosi
cioè regole di ingaggio che espongano al minimo i civili (compresa la
regola di allontanare giornalisti e curiosi durante azioni di
sminamento).
No! Hamas concepisce la guerra come spettacolo della morte
dei civili. Ha trasformato strade, scuole, ospedali nel teatro di
guerra.
Ha inventato gli scudi umani, i soldati-bambino.
Costringe la
gente durante gli attacchi a stare sotto le bombe.
Ha costruito
centinaia di canali per colpire Israele ma non li usa come rifugio per i
civili ma, solo, per i capi terroristi.
Hamas massimizza il rischio
per i civili perché concepisce l'esibizione di morti civili come
successo militare: perché così mostrifica l'avversario e punta ad
isolarlo confidando sull'emozione del mondo per le vittime civili.
Perché non figurano mai combattenti di Hamas tra i morti palestinesi?
Perché gli israeliani morti sono solo soldati e i palestinesi solo
civili?
Primo: perché Hamas trucca i dati per emozionare il mondo.
Secondo: perché Hamas ha trasformato la popolazione civile in
combattenti ma indifesi. Solo esponendoli allo spettacolo della morte.
Perché quella è la guerra per Hamas. E i morti civili sono il suo
trofeo.
E i media internazionali consentono tutto questo. Tacciono la
denuncia dei metodi di Hamas.
Titillano questa concezione bestiale,
primitiva, odiosa della guerra-spettacolo e del sacrificio ricercato dei
civili.
Tacciono perché lo spettacolo è anche il loro scopo.
Loro non
dovrebbero solo raccontare e filmare. Dovrebbero contribuire a
denunciare la miserabile concezione della guerra, della vita e della
morte che hanno i terroristi. Per contribuire ad isolarli. E a perdere.
Invece se li fanno amici per raccontare lo spettacolo. Ignobile. E per
niente eroico. Continuate pure a criticare Israele, se vi aggrada, ma
fate il vostro dovere e dite la verità su Hamas.
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