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Gli importanti cambiamenti introdotti dal presidente José Mujica dalla sua elezione, tre anni fa, ma soprattutto in quest’ultimo periodo hanno fatto meritare all’Uruguay il titolo, assegnato quest’anno per la prima volta, di Paese dell’Anno secondo The Economist.
Le imprese di Mujica, classe 1935, hanno offuscato
gli altri Paesi presi in considerazione dalla rivista britannica per il
premio, dal Sud Sudan e al suo aumento del Pil del 30% alla Turchia e ai suoi cittadini
che sono scesi in piazza per protestare contro il Governo, senza
dimenticare l’Estonia, il Paese con il debito più basso di tutta
l’Unione Europa.
Ad aprile l’approvazione del matrimonio gay, mentre appena poche settimane fa la legalizzazione della produzione e della vendita della cannabis:
chiunque potrà coltivare fino a 480 grammi di cannabis e/o comprarne 40
grammi in farmacia, al prezzo stabilito di un dollaro al grammo, dopo
essersi iscritto al registro statale.
A questi passi da gigante, scrive The Economist, si aggiunge il comportamento esemplare del presidente Mujica, che tra le altre cose ha deciso di cedere il 90% del suo stipendio,
dichiarando di riuscire a vivere benissimo con il restante 10%, vive in
un umile cottage e va a lavoro a bordo del suo Maggiolino Volkswagen e
vola soltanto in classe economica.
Modesto, ma audace, liberale e amante del divertimento, l’Uruguay è il nostro Paese dell’anno: ¡Felicitaciones!
Parola dell’Economist.
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