Ormai
sono molti i popoli nel mondo che vedono calpestati i loro diritti
umani da governi che non vogliono, e la gran parte di questi è insorta
chiedendo con forza che sia rispettata la dignità delle persone, la
libertà di espressione, il diritto alla propria cultura, il diritto a
vivere una vita senza dittatura, senza repressione, una vita tranquilla
con un lavoro e una famiglia, con la sicurezza per il benessere proprio e
del Paese...
E' sulle ultime storie dei popoli vs governi che ho deciso di postare in questi giorni. Non andrò a ritroso nel tempo perché lo scopo è quello di evidenziare quanto le proteste - nel "post-globalizzazione" - accomunano un popolo all'altro. Mentre invece la storia di ogni Paese è a se (...)
Messico. Scontri e proteste per accogliere il nuovo presidente Peña Nieto
Il giorno della cerimonia di insediamento del presidente Enrique Peña Nieto è esplosa la rabbia di giovani, precari e studenti.
Peña Nieto qualche mese fa aveva vinto le elezioni messicane, un
trionfo che era stato molto discusso sopratutto dalla sinistra di
Obrador, che invocò pesanti brogli e collusioni con i narcos. In
risposta alla cerimonia di insediamento organizzata nella giornata di
ieri, il movimento di studenti e opposizione è sceso in piazza a Città
del Messico e nelle principali città messicane. Nella capitale, migliaia
di persone hanno assediato la zona rossa che circonda il Parlamento,
scatenando così la reazione della polizia federale.
Alla fine il
bilancio parla di oltre venti feriti, di cui sette molto gravi, 92 fermi
e un numero ancora imprecisato di desaparecidos. Convocato da #YoSoy132
e dalle organizzazioni aderenti alla Convención Nacional, l’assedio a
San Lazaro, il luogo del potere, è cominciato dalle prime ore del
mattino. Il contingente a difesa delle istituzioni era ingente, ma gli
studenti sono riusciti a buttare giù una delle barriere metalliche,
scatenando il fitto lancio dei lacrimogeni da parte degli agenti.
A
partire da questo momento, è cominciata una vera e propria battaglia
campale: da una parte, i giovani manifestanti che con pietre, petardi e
molotov cercano di forzare il blocco e, dall’altra, la polizia che,
evidentemente sorpresa, reagiva in maniera scomposta intensificando il
lancio dei lacrimogeni e di gas al peperoncino. Sparati anche diversi
proiettili di gomma che hanno causato i feriti più gravi, tra cui un
60enne in pericolo di vita. A quel punto i manifestanti, furiosi per il
ferimento di alcuni innocenti, hanno cercato di utilizzare un camion per
rompere le barriere metalliche, ma l’operazione non è riuscita.
Centinaia di giovani, tra cui molte donne, hanno combattuto in prima
linea contro gli agenti di polizia, furiosi per via della recente
approvazione della riforma del mercato del lavoro che promette un futuro
di precarietá, nonostante il titolo di studio.
Gli scontri sono durati fino alle 11, quando la manifestazione si è
rimessa in moto per raggiungere Palacio Nacional, dove il neopresidente
Peña Nieto doveva tenere discorso alla nazione. Al corteo, oltre a
#YoSoy132 e alle realtá studentesche delle principali universitá
pubbliche di Cittá del Messico e non solo, hanno partecipato anche il
FPDT (Frente de Pueblos en Defiensa de la Tierra), lo SME (Sindicato
Mexicano de Electricistas), e la CNTE (Coordinadora Nacional de
Trabajadores de la Educación).Insomma un debutto non proprio promettente
quello del presidente Peña Nieto, e il Messico si prepara a una nuova
stagione di scontri di piazza.
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