Malala Yousafzai è stata ferita all'uscita da scuola: i pakistani non hanno dimenticato il suo impegno per la libertà e il diritto all'istruzione della bambine pakistane.
Il volto delle donne pakistane ha 14 anni e si chiama Malala Yousafzai: le sue proteste contro le politiche discriminatorie sono state talmente efficaci che la ragazzina si è meritata un colpo di pistola nella schiena all’uscita da scuola a Mingora, nella valle di Swat. Insieme a lei anche un’altra studentessa è stata ferita a una gamba.
Yousafzai è stata portata in elicottero all’ospedale militare di Peshawar, dove i chirurghi non hanno potuto operarla immediatamente per via delle tumefazioni che aveva sul cranio: l’ospedale non è il top dell’efficienza, ma i medici sono comunque riusciti a salvarle la vita.
Non è trascorso molto tempo prima che i talebani reclamassero tramite il portavoce Ehsanullah Ehsan il gesto. Yosafzai è, nonostante l’età, una persona molto scomoda: è entrata nel mirino dei militanti perché fa della “propaganda negativa” contro i musulmani, e ha punti di riferimento un po’ troppo occidentali, come il presidente Obama. Insomma Yousafzai è “il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”.
La sua colpa è aver tenuto nel 2009 un blog per BBC Urdu e aver alzato la voce contro le privazioni imposte dai talebani. Ai tempi scriveva sotto lo pseudonimo di Gul Makai: due anni prima i talebani avevano preso la valle di Swat e ordinato la chiusura delle scuole femminili, e dalla pagina Web la bambina raccontava al mondo la sua quotidianità sotto i militanti. Solo la semplicità di una bambina poteva riuscire a rendere l’ingiustizia di momenti come la chiusura delle scuole:
Dato che oggi è l’ultimo giorno per la nostra scuola, abbiamo deciso di giocare in cortile un po’ più del solito. Sono dell’idea che la scuola un giorno riaprirà, ma mentre lascio l’edificio lo guardo come se non dovessi tornarci mai più.
O la tensione che si tagliava a fette nell’aria:
Mentre tornavo da scuola ho sentito un uomo dire ‘Ti ucciderò’. Ho aumentato il passo e dopo un po’ mi sono guardata indietro per capire se era ancora dietro di me. Ma per il mio massimo sollievo stava parlando al telefono e probabilmente stava minacciando qualcun altro.
La sua identità è emersa solo più tardi, quando i talebani hanno abbandonato la valle, dandole un momento di celebrità con la vittoria nel 2011 di un premio nazionale per il coraggio e la nomination a un premio internazionale per la pace.
I talebani hanno preso il controllo della valle nel 2007 e ne sono stati espulsi dalle forze armate pakistane: la zona era finora considerata tranquilla, ma il tentato omicidio riaccende l’allerta. “Dobbiamo sconfiggere la mentalità dietro quest’atto” dice il primo ministro pakistano Raja Pervez Ashraf “Dobbiamo condannarlo… Malala è come mia figlia, o la vostra. Se quella mentalità prevale, quali figlie saranno al sicuro?”.
articolo pubblicato da Marta Arniani il 9 ottobre 2012
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