E' con "vibrante soddisfazione" (eh eh eh) che ospito sul mio blog il manifesto di femminismo-a-sud perché un po' è come se lo avessi scritto io (talmente concordo!).
Erano almeno 2 anni che andavo dicendo quanto di seguito leggerete. Già, proprio da quel fantastico 13 febbraio...
Non avete idea di quanto mi ha dato fastidio quella manipolazione delle donne da parte di Snoq. Ci stavamo organizzando così bene "dal basso", spontaneamente, senza il bisogno di "appoggiarci" a "qualcuno che conta" (eh basta con questo metodo no?) per la riuscita della manifestazione, quand'ecco all'improvviso (più veloce della luce) appare Snoq e si appropria letteralmente dell'iniziativa. E' così che l'ho vissuta!
Ricordo che comunque alla manifestazione ci sono andata con i miei cartelli, ideati assieme alle altre donne che hanno partecipato all'iniziativa "io sono" che si è svolta su fb attraverso il gruppo "società usa e getta".
Ricordo però che un po' tutt* si erano "arrese" all'intrusione di Snoq per una serie di motivi (specialmente pratici) e io rimasi delusa, ma imperterrita nella scelta pur essendomi ritrovata a rappresentare la minoranza del movimento partito dal basso (oltre ai miei due cartelli non ne ho visti altri che non fossero di Snoq).
Ricordo che ero partita con tanto sprint, e nell'aria c'era una gran bella energia in fermento che mi spronava ancor di più, ma poi pian piano è andata scemando proprio a causa di quel "cambio di percorso", di quella "intrusione" nella nostra bella iniziativa (13 febbraio) partita spontaneamente attraverso il passaparola in rete.
E' trascorso un po' di tempo da allora, si, ma finalmente per me è arrivata pure l'ora di "digerire" al meglio quel momento, grazie a questo manifesto che esprime al meglio tutto quello che avrei detto anch'io :))
Erano almeno 2 anni che andavo dicendo quanto di seguito leggerete. Già, proprio da quel fantastico 13 febbraio...
Non avete idea di quanto mi ha dato fastidio quella manipolazione delle donne da parte di Snoq. Ci stavamo organizzando così bene "dal basso", spontaneamente, senza il bisogno di "appoggiarci" a "qualcuno che conta" (eh basta con questo metodo no?) per la riuscita della manifestazione, quand'ecco all'improvviso (più veloce della luce) appare Snoq e si appropria letteralmente dell'iniziativa. E' così che l'ho vissuta!
Ricordo che comunque alla manifestazione ci sono andata con i miei cartelli, ideati assieme alle altre donne che hanno partecipato all'iniziativa "io sono" che si è svolta su fb attraverso il gruppo "società usa e getta".
Ricordo però che un po' tutt* si erano "arrese" all'intrusione di Snoq per una serie di motivi (specialmente pratici) e io rimasi delusa, ma imperterrita nella scelta pur essendomi ritrovata a rappresentare la minoranza del movimento partito dal basso (oltre ai miei due cartelli non ne ho visti altri che non fossero di Snoq).
Ricordo che ero partita con tanto sprint, e nell'aria c'era una gran bella energia in fermento che mi spronava ancor di più, ma poi pian piano è andata scemando proprio a causa di quel "cambio di percorso", di quella "intrusione" nella nostra bella iniziativa (13 febbraio) partita spontaneamente attraverso il passaparola in rete.
E' trascorso un po' di tempo da allora, si, ma finalmente per me è arrivata pure l'ora di "digerire" al meglio quel momento, grazie a questo manifesto che esprime al meglio tutto quello che avrei detto anch'io :))
Non mi è piaciuto quello che è successo a Torino [video] e non mi sono piaciute tante cose nel tempo fatte da Se Non Ora Quando. Direi che è il momento di cambiare registro. Propongo un manifesto. Per dire con chiarezza che chi si riconosce in quell’atteggiamento non può parlare anche in mio nome. Per quello che mi riguarda non sono legittimate a parlare a nome “delle donne”. Io mi rappresento. Noi ci rappresentiamo. Comincio io a firmare questo scritto. Fatelo girare e arricchitelo, integratelo, se vi piace e se non vi piace cestinatelo.
Buona autorappresentanza, perché abbiamo voce, tutte quante e nessuno, Snoq o ministro che sia, può strapparci il diritto di dire quello che vogliamo dire quando lo vogliamo dire.
- Noi non siamo complici di chi legittima una ministra che toglie lavoro e vita a tante persone, uomini e donne, rendendoli fragili e privandoli di un futuro.
- Noi non siamo complici di chi mortifica una donna che rivendica il diritto di chiarire cosa è per lei violenza e quando e come bisognerebbe risolverla al di là delle parole vuote.
- Noi non siamo complici di chi bacchetta le compagne di “non democraticità” e cala il sipario non appena emerge la differenza di classe che fanno di tutto per cancellare di modo che ricchi e privilegiati, ricche e privilegiate, continuino a dettare norme di comportamento e vita alle precarie come noi.
- Noi non siamo complici di chi chiede a tutte le donne di restare unite in quanto donne e punta il dito dritto contro tutti gli uomini, nostri compagni di percorso e di lotta, per il diritto alla salute, all’istruzione, alla libera scelta, al lavoro, invocando quote di rappresentanza per determinare poi le stesse scelte di chiunque altro quand’è schiavo o da origine a meccanismi di potere.
- Noi non siamo complici di chi gioca a separare nelle lotte donne perbene e donne permale in nome della dignità offesa e poi ci offende nella dignità regalando spazio a figure di potere che quella dignità ce la tolgono ogni giorno.
- Noi non siamo complici di chi non guarda i fenomeni nella sua interezza e esige solo leggi repressive e autoritarie che non risolvono il problema della violenza sulle donne.
- Noi non siamo complici di chi esclude (non includendo) le donne immigrate, coloro che una cittadinanza non ce l’hanno o ce l’hanno differente, non siamo complici di chi parla di patria e di nazione, di “rimettere al mondo l’Italia” per parlare dei diritti che dovrebbero essere di tutte le donne e non solo di quelle italiane doc.
- Noi non siamo complici di tutto questo e di altro ancora ed è il momento di dirlo, urlarlo, perché lo decidiamo noi, perché la presa di parola è un atto rivoluzionario e nessuno ci può dire di restare in silenzio per metterci in coda alle “organizzatrici” e “professioniste” del femminismo.
- Ci siamo stancate di essere tacciate come “non democratiche” o “violente” o “aggressive” o “settarie” o qualunque altra cosa vi viene in mente di dirci per insultarci e metterci all’angolo.
- Abbiamo un’altra idea di democrazia e conosciamo la violenza fino in fondo, incluso quella che ci vuole lì addomesticate e in fila e in ordine a lasciare spazio a chi ha più potere, visibilità e risorse e ritiene di poterci cancellare.
- Noi non siamo complici. No.
- Mai più complici di Se Non Ora Quando.
- x dire se ci siete fikasicula@grrlz.net
fonte: femminismo-a-sud
potrebbe interessarvi anche la lettura di quest'altro articolo:
http://maleventana.blog.com/2012/10/15/io-sono-con-femminismo-a-sud/
Nessun commento:
Posta un commento