l’ennesima tragedia dell’avidità che grida vendetta
Due dighe hanno ceduto il 5 novembre in Brasile,
causando morti, dispersi e il peggior disastro ecologico nella storia
del paese, le cui conseguenze sono talmente gravi da essere anche, al
momento, impossibili da valutare. Ma non è tutto: altre 2 sono a rischio di fare la stessa fine, e perfino la Samarco Mineração,
che irresponsabilmente e strenuamente, negava ogni pericolo, ieri
(martedì 17 novembre) ha ammesso che, per le forti piogge, nuove
strutture potrebbero cedere.
La Samarco Mineração (che riunisce i giganti minerari Vale SA e BHP
Billiton), proprietaria della miniera che ha causato il primo disastro,
non aveva nessun piano di monitoraggio né ha mai dato alcun preavviso di
pericolo (come rivela Nilo Davila di Greenpeace Brasile); non solo! ma
poiché nei giorni precedenti il crollo c'erano state piccole scosse di
terremoto, la società aveva comunicato che i suoi tecnici avevano fatto
ispezioni "senza rilevare niente di anomalo". Un'ora dopo questa dichiarazione è scoppiato l'inferno.
E anche ora la Samarco peggiora la situazione, dichiarando che la marea
di fango che ha travolto tutto “non è materiale tossico”. Biologi ed
esperti ambientali sono unanimi, invece, nel dichiarare che è pericolosissimo;
molti animali domestici e selvatici sono morti tra atroci sofferenze, e
le autorità locali hanno dato disposizione, alla popolazione già
poverissima scampata al disastro, di smaltire i vestiti e gli oggetti
entrati in contatto con i fanghi.
Al di là delle tragedie che riguardano le vittime e coloro che hanno
perso tutto, e di Mariana e dei suoi dintorni (bellissime cittadine
storiche di Minas Gerais), l'intero ecosistema è devastato. La
catastrofe di Mariana è un disastro ecologico fra i peggiori nella
storia del paese, e del mondo intero: una sorta di Fukushima del
Brasile.
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