di Umberto Minopoli
Quello che distingue le religioni è il "letteralismo".
Le religioni monoteiste sono definite, dal Corano, religioni del Libro.
Perché sono le uniche che affidano ad un libro (la Bibbia, la Torah,
il Corano) il racconto della religione, il culto dell'unico Dio e le
prescrizioni che valgono per il credente. Ma l'Islam è l'unica delle
tre religioni che fa del "letteralismo" l'interpretazio ne
chiave ed autentica della religione.
Che cos'è il letteralismo?
Lo dice la parola stessa: la fedeltà lettarale al racconto del Libro.
Per un islamico il Profeta descrive nel Libro rivelato il modello perfetto di vita religiosa.
La storia, invece, insinua nel modello la corruzione, l'allontanament o
dalla perfezione che si identifica con la vita reale del Profeta
raccontata nel Corano.
Se pensiamo che la più grande guerra civile del nostro tempo è quella tra sunniti e sciiti e se pensiamo che essa si combatte non in nome di dottrine, filosofie, dogmi, doxe o principi (come fu per la Riforma luterana) ma in nome di una diversa interpretazione della
discendenza familiare del Profeta, abbiamo la visione del peso del
letteralismo nella religione islamica.
Il letteralismo crea introversione.
Gli scismi nell'Islam hanno sempre riguardato non il futuro della religione ma il passato.
La più importante innovazione dell'interpreta zione sunnita è il salafismo. Che è l'interpretazio ne
radicale di un Islam inteso come "ritorno" al Libro inteso non solo
come letterale descrizione del modello di vita religiosa ma come
descrizione letterale del modello di vita politica e civile per il
corretto musulmano.
Il modello è nel Libro (di qui il termine fondamentalismo ): la
storia e la modernità, in quanto portano a innovazioni, contengono il
corrompimento del modello. E, dunque, l'infedeltà, l'imperfezione, il male.
Il Diavolo salafita è la storia, la modernità. Che sono l'allontanament o
dalla perfezione del Libro.
Solo il letteralismo, il ritorno alle formule, al racconto e alle prescrizioni "letterali" del Libro garantiscono la giustizia. Questo ritorno al Libro e alla sua lettera è Jihad: la guerra all'infedeltà.
Che è la guerra alla modernità. Cioè a tutto quello che, con la
storia, porta a stili di vita, idee, innovazioni che allontanano dalla
lettera del Libro. Questa è l'interpretazio ne
radicale.
Qual'è il problema?
L'Islam moderato (sunnita) ha un punto debole: non ha mai avuto una filosofia, un corpus dottrinale, un'interpretazi one
dell'Islam opposta al salafismo. L'islam moderato è tale per ragioni
politiche e di convenienza. Si tratta di persone che stanno al governo
di Stati o sono indifferenti alla religione o la praticano come puro
esercizio individuale o vivono in società non islamiche. Queste persone
maturano ovviamente comportamenti moderati. Ma non esiste, nell'Islam
sunnita, una tradizione, una filosofia, un'interpretazi one
dell'Islam alternativa culturalmente al salafismo.
Per gli sciiti è lo stesso. La più grande loro rivoluzione interna è stata il ritorno al "passato" col Khomeinismo. Tutte e due le famiglie islamiche sono accumanate da un filo comune: il costante "ritorno" al passato, la lettura letteralista, guerriera e antimoderna dell'Islam come unica innovazione culturale della religione.
Non esiste, insomma, un revisionismo islamico. Quello che invece hanno sempre avuto le altre due religioni monoteiste.
Per revisionismo si intende un costante tentativo di adattamento, di adeguamento del Libro alla modernità: Lutero predicava la fedeltà alle Scritture ma aveva in testa l'uomo cristiano adatto al capitalismo nascente. Era moderno. E la storia del cristianesimo, con i concili, con le dispute filosofiche, gli scismi culturali è una continua dialettica tra il dogma e l'adattamento. Questo manca all'Islam moderato: l'abbandono del letteralismo.
Finché non nascerà un revisionismo islamico (come ha affermato il leader egiziano Al Sissi) l'interpretazio ne salafita e guerriera non potrà essere veramente contrastata dagli islamici moderati.
Che cos'è il letteralismo?
Lo dice la parola stessa: la fedeltà lettarale al racconto del Libro.
Per un islamico il Profeta descrive nel Libro rivelato il modello perfetto di vita religiosa.
La storia, invece, insinua nel modello la corruzione, l'allontanament
Se pensiamo che la più grande guerra civile del nostro tempo è quella tra sunniti e sciiti e se pensiamo che essa si combatte non in nome di dottrine, filosofie, dogmi, doxe o principi (come fu per la Riforma luterana) ma in nome di una diversa interpretazione
Il letteralismo crea introversione.
Gli scismi nell'Islam hanno sempre riguardato non il futuro della religione ma il passato.
La più importante innovazione dell'interpreta
Il modello è nel Libro (di qui il termine fondamentalismo
Il Diavolo salafita è la storia, la modernità. Che sono l'allontanament
Solo il letteralismo, il ritorno alle formule, al racconto e alle prescrizioni "letterali" del Libro garantiscono la giustizia. Questo ritorno al Libro e alla sua lettera è Jihad: la guerra all'infedeltà.
Qual'è il problema?
L'Islam moderato (sunnita) ha un punto debole: non ha mai avuto una filosofia, un corpus dottrinale, un'interpretazi
Per gli sciiti è lo stesso. La più grande loro rivoluzione interna è stata il ritorno al "passato" col Khomeinismo. Tutte e due le famiglie islamiche sono accumanate da un filo comune: il costante "ritorno" al passato, la lettura letteralista, guerriera e antimoderna dell'Islam come unica innovazione culturale della religione.
Non esiste, insomma, un revisionismo islamico. Quello che invece hanno sempre avuto le altre due religioni monoteiste.
Per revisionismo si intende un costante tentativo di adattamento, di adeguamento del Libro alla modernità: Lutero predicava la fedeltà alle Scritture ma aveva in testa l'uomo cristiano adatto al capitalismo nascente. Era moderno. E la storia del cristianesimo, con i concili, con le dispute filosofiche, gli scismi culturali è una continua dialettica tra il dogma e l'adattamento. Questo manca all'Islam moderato: l'abbandono del letteralismo.
Finché non nascerà un revisionismo islamico (come ha affermato il leader egiziano Al Sissi) l'interpretazio