Il '68 è stato un episodio storico che ha investito, in maniere diverse, l'intero pianeta e ha registrato differenze più o meno grandi da paese a paese.
Nato a metà degli anni sessanta negli Stati Uniti e presto “esportato” in molti paesi nel mondo, quello del ’68 é stato un movimento di massa che, seppur eterogeneo, dai tratti specifici in ogni paese in cui si manifesta, mantiene un’unità di fondo per quanto riguarda i concetti e i valori che si pone di rappresentare e divulgare.
Difensore della pace, dei diritti umani, della giustizia e dell’uguaglianza, della libertà e dell’ecologismo, il movimento denominato “del ‘68” si schiera pressoché ovunque contro il sistema capitalistico e in opposizione a ogni forma di oppressione, vera o presunta, burocratica, politica, economica o sociale.
Partendo dagli USA, cosi come un'onda libera di muoversi, ha attraversato l’oceano per coinvolgere l’Europa, sollevando Parigi, Milano, Torino, Praga, superando i confini del vecchio continente per arrivare all’Ex Unione Sovietica, fino alla Cina e oltre.
Spesso ha assunto le sembianze di un movimento giovanile, di lotta generazionale e di punto di rottura tra vecchi e nuovi modi di pensare, ma ha saputo anche unire diversi strati della società, portando nelle piazze del mondo, fianco a fianco, studenti e operai, casalinghe e professori, bianchi e neri, donne e uomini.
Nonostante la sua ampia diffusione la rivolta giovanile si è gradualmente affievolita, fino a scomparire nei primi anni ’70.
Nel bilancio finale non appare nessuno sconvolgimento politico o istituzionale, anche a causa del carattere troppo generale e poco pratico delle richieste.
Eppure il movimento del ’68 ha comunque cambiato il modo di pensare di un pianeta intero: soprattutto nell’Europa Occidentale valori come il pacifismo, l’ecologismo, l’antisemitismo, l’uguaglianza dei diritti, sono stati posti al centro dell’attenzione come mai prima d’allora. I lasciti di una rivoluzione culturale di tale portata hanno poi influenzato per molto tempo l’assetto socioculturale di molti paesi.
Senza quegli anni, senza quella rivolta sociale, concetti quali pace, ecologismo, uguaglianza, antisemitismo, libertà, autodeterminazione, non farebbero parte né del nostro vocabolario comune né del dibattito politico, sociale e culturale dei nostri paesi.
Il ’68 appare oggi come un momento di incredibile presa di coscienza, relativamente ad alcuni meccanismi sociali e politici, economici e culturali. Anche senza considerare scuole artistiche di enorme successo, non volendo guardare nemmeno all’incredibile fecondità del mondo musicale di quegli anni, pur non contando i successi operai che hanno migliorato le condizioni di lavoro e le hanno rese così come le conosciamo oggi, non si può negare al movimento del ’68 l’importanza che ha rivestito nel renderci ciò che oggi siamo.
Seppur con le nostre contraddizioni, sappiamo desiderare un mondo giusto, dove diritti e doveri siano equamente distribuiti, ci indigniamo di fronte ad un abuso di potere, diamo per scontata la parità dei sessi, siamo consapevoli dell’importanza che riveste la salvaguardia del nostro ecosistema…
In parte questi valori sono l’eredità che il movimento del ’68 ha saputo darci.
Oggi mi piace credere che stia crescendo a vista d'occhio un rinnovato movimento "Peace and Love" a livello mondiale. Siamo ancora agli inizi di questa nuova onda, ma grazie al web si sta evolvendo rapidamente. Infatti giorno dopo giorno (se non ora dopo ora) molti gruppi "we-love-you" stanno nascendo in risposta l'uno all'altro, proprio un tam tam che risuona da una parte all'altra del globo nell'arco di un tempo breve. E' il richiamo della voglia di pace e di amore, della stanchezza dei conflitti che regnano in ogni dove e che vogliono essere fermati, non solo con il desiderio della pace ma anche con bellissime iniziative. Sono davver lodevoli e sinceramente mi auguro diano i frutti sperati cui aspira ogni persona che si è tuffata in quest'onda.
Promemoria: in quel periodo storico l'onda della voglia di ESSERE ha portato reazione-rivoluzione-evoluzione innovazione dappertutto nel mondo (...) Non dobbiamo dimenticare di averla vissuta cavalcata (ognuno a suo modo) e acquisita nel nostro modo di rapportarci con noi stessi e con gli altri, e non diamo questo per scontato perché ci sarà sempre qualcuno pronto a portarcela via...
una delle tante iniziative del momento è quella che stanno proponendo i vari gruppi "We Love You":
Germans Love Israel and Iran
Nato a metà degli anni sessanta negli Stati Uniti e presto “esportato” in molti paesi nel mondo, quello del ’68 é stato un movimento di massa che, seppur eterogeneo, dai tratti specifici in ogni paese in cui si manifesta, mantiene un’unità di fondo per quanto riguarda i concetti e i valori che si pone di rappresentare e divulgare.
Difensore della pace, dei diritti umani, della giustizia e dell’uguaglianza, della libertà e dell’ecologismo, il movimento denominato “del ‘68” si schiera pressoché ovunque contro il sistema capitalistico e in opposizione a ogni forma di oppressione, vera o presunta, burocratica, politica, economica o sociale.
Partendo dagli USA, cosi come un'onda libera di muoversi, ha attraversato l’oceano per coinvolgere l’Europa, sollevando Parigi, Milano, Torino, Praga, superando i confini del vecchio continente per arrivare all’Ex Unione Sovietica, fino alla Cina e oltre.
Spesso ha assunto le sembianze di un movimento giovanile, di lotta generazionale e di punto di rottura tra vecchi e nuovi modi di pensare, ma ha saputo anche unire diversi strati della società, portando nelle piazze del mondo, fianco a fianco, studenti e operai, casalinghe e professori, bianchi e neri, donne e uomini.
Nonostante la sua ampia diffusione la rivolta giovanile si è gradualmente affievolita, fino a scomparire nei primi anni ’70.
Nel bilancio finale non appare nessuno sconvolgimento politico o istituzionale, anche a causa del carattere troppo generale e poco pratico delle richieste.
Eppure il movimento del ’68 ha comunque cambiato il modo di pensare di un pianeta intero: soprattutto nell’Europa Occidentale valori come il pacifismo, l’ecologismo, l’antisemitismo, l’uguaglianza dei diritti, sono stati posti al centro dell’attenzione come mai prima d’allora. I lasciti di una rivoluzione culturale di tale portata hanno poi influenzato per molto tempo l’assetto socioculturale di molti paesi.
Senza quegli anni, senza quella rivolta sociale, concetti quali pace, ecologismo, uguaglianza, antisemitismo, libertà, autodeterminazione, non farebbero parte né del nostro vocabolario comune né del dibattito politico, sociale e culturale dei nostri paesi.
Il ’68 appare oggi come un momento di incredibile presa di coscienza, relativamente ad alcuni meccanismi sociali e politici, economici e culturali. Anche senza considerare scuole artistiche di enorme successo, non volendo guardare nemmeno all’incredibile fecondità del mondo musicale di quegli anni, pur non contando i successi operai che hanno migliorato le condizioni di lavoro e le hanno rese così come le conosciamo oggi, non si può negare al movimento del ’68 l’importanza che ha rivestito nel renderci ciò che oggi siamo.
Seppur con le nostre contraddizioni, sappiamo desiderare un mondo giusto, dove diritti e doveri siano equamente distribuiti, ci indigniamo di fronte ad un abuso di potere, diamo per scontata la parità dei sessi, siamo consapevoli dell’importanza che riveste la salvaguardia del nostro ecosistema…
In parte questi valori sono l’eredità che il movimento del ’68 ha saputo darci.
Oggi mi piace credere che stia crescendo a vista d'occhio un rinnovato movimento "Peace and Love" a livello mondiale. Siamo ancora agli inizi di questa nuova onda, ma grazie al web si sta evolvendo rapidamente. Infatti giorno dopo giorno (se non ora dopo ora) molti gruppi "we-love-you" stanno nascendo in risposta l'uno all'altro, proprio un tam tam che risuona da una parte all'altra del globo nell'arco di un tempo breve. E' il richiamo della voglia di pace e di amore, della stanchezza dei conflitti che regnano in ogni dove e che vogliono essere fermati, non solo con il desiderio della pace ma anche con bellissime iniziative. Sono davver lodevoli e sinceramente mi auguro diano i frutti sperati cui aspira ogni persona che si è tuffata in quest'onda.
Promemoria: in quel periodo storico l'onda della voglia di ESSERE ha portato reazione-rivoluzione-evoluzione innovazione dappertutto nel mondo (...) Non dobbiamo dimenticare di averla vissuta cavalcata (ognuno a suo modo) e acquisita nel nostro modo di rapportarci con noi stessi e con gli altri, e non diamo questo per scontato perché ci sarà sempre qualcuno pronto a portarcela via...
una delle tante iniziative del momento è quella che stanno proponendo i vari gruppi "We Love You":
Germans Love Israel and Iran
http://youtu.be/GSgn50Dy310
WE Love YOU, IRAN&ISRAEL, Share Your Stories (Mirjam)
Take a camera, a phone, and upload your story 30 sec to one minute, just a glimp...
Germans Love Israel and Iran
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Take a camera, a phone, and upload your story 30 sec to one minute, just a glimp...
Germans Love Israel and Iran
http://youtu.be/aDtvRTC3jOM
WE Love YOU, IRAN&ISRAEL, Share Your Stories (Michal)
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Germans Love Israel and Iran
WE Love YOU, IRAN&ISRAEL, Share Your Stories (Michal)
Take a camera, a phone, and upload your story 30 sec to one minute, just a glimp...
Germans Love Israel and Iran
http://www.youtube.com/watch?v=ePS3Ce6UrjM&feature=share&list=PL783765DFED64D6A0
WE Love YOU, IRAN&ISRAEL, Share Your Stories
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Berlin Loves Israel-Iran-Palestine
http://www.youtube.com/watch?v=jOT5zMGMqIM&feature=plcp
Every Sunday/Jeden Sonntag - Public photo shooting for "Israel Loves Israel Iran Palestine"
2 dicembre alle 13.00
Berlin - the place to be a Berlino
Every Sunday/Jeden Sonntag - Public photo shooting for "Israel Loves Israel Iran Palestine"
2 dicembre alle 13.00
Berlin - the place to be a Berlino
Comunque, a parer mio, una delle più belle e costruttive iniziative è il progetto "formazione della comunicazione non violenta".
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