Joseph E. Stiglitz - E' giunto il momento che le multinazionali paghino imposte eque ed adeguate
Riprendendo una recente dichiarazione del presidente di Apple Tim Cook sul caso Irlanda secondo
cui la sua compagnia ha pagato tutte le tasse imposte per legge, Joseph
Stiglitz in Globalisation isn't just about profits. It's about taxes
too - articolo per The Guardian del 27 maggio - precisa come Apple non
ha pagato tutte le imposte che avrebbe dovuto, ma ha sfruttato un
sistema in cui le multinazionali impiegano enormi risorse per sfruttare
la legislazione migliore e pagare il meno possibile.
Mentre la Corte suprema americana, nel caso Citizens United case, ha sostenuto come le corporazioni devono essere trattati come le persone fisiche nel pagamento delle imposte, questa finzione legale è totalmente inapplicata per le multinazionali che possono evitare questo senso di responsabilità morale attraverso la loro capacità di essere ovunque nel mondo a vendere i loro prodotti ed ottenere profitti. Apple e Google, prosegue nella sua analisi il premio Nobel per l'economia, beneficiano da quello che le società occidentali hanno da offrire - lavoratori specializzati nelle migliori università del mondo, generose donazioni alla ricerca da parte di contributi statali e protezione ad i diritti di proprietà – oltre alla possibilità di de-localizzare la produzione in paesi dove i costi del lavoro sono molto inferiori.
Nonostante tutti questi benefici, questi giganti industriali non hanno nessuna limitazione a comportarsi da free rider, attingendo in modo generoso dalle risorse del sistema di welfare state interno, senza però contribuire in modo adeguato ad esso. Senza il supporto pubblico, sostiene Stiglitz, l'innovazione e la crescita finirebbe e non è affatto vero come sostengono alcuni economisti che maggiori tasse sulle multinazionali diminuirebbero gli investimenti: come ha dimostrato il caso di Apple, la società può finanziare quello che vuole attraverso il pagamento dei dividendi e gli investimenti sono detraibili e quindi non relazionati al livello di imposte.
E' tempo per questo che la comunità internazionale guardi la realtà di un sistema che non funziona ed inizi ad apportare delle soluzioni efficaci ad un'immensa distorsione creata da un regime di tassazione a livello mondiale che Stiglitz giudica “disonesto”. E' un sistema creato per produrre nuove diseguaglianze sociali – con Usa e Regno Unito in prima fila – e l'elemento più triste è che è stato il settore pubblico a generarlo e trasformare l'America non nella terra delle opportunità, ma un paese in cui un bambino ha il suo futuro segnato dalla condizione sociale della propria famiglia come nessun altro paese sviluppato al mondo.
La globalizzazione ha reso gli stati interdipendenti e le multinazionali sono gli unici beneficiari - il sistema non agevola certo i lavoratori che in occidente hanno visto più che dimezzato il loro potere d'acquisto – anche grazie ad un regime di tassazione che permette loro di evadere le loro responsabilità sociali. Gli Usa non hanno certo un sistema di imposte che funziona se Apple è in grado di spostare i proventi all'estero per evitare la tassazione della California, sfruttando il margine di manovra che si crea quando la fonte del valore aggiunto è prodotto dalla proprietà intellettuale. Ma l'unica riforma efficace per rendere le multinazionali partecipi in modo equo della vita sociale della collettività deve avvenire a livello globale: in assenza di un accordo internazionale sulla tassazione dei profitti delle multinazionali, ogni paese che dovesse minacciare di imporre imposte oneste verso queste aziende sarebbe punito in modo eccessivo con la produzione che semplicemente si sposterebbe.
Il problema è grave e richiede quindi una riforma globale: Google e Apple assumono i migliori avvocati al mondo per studiare tutti i stratagemmi esistenti su come evitare le tasse all'interno della legislazione vigente. Si deve porre fine a questo sistema. Del resto, perché mai i contribuenti in Germania devono aiutare ad evitare il fallimento finanziario dei paesi del sud Europa e mantenere in piedi un sistema che permette alle aziende multinazionali di evadere il sistema di tassazione?
Compagnie come General Electric da anni compiono azioni di lobbying per creare disposizioni normative che permettano di aggirare il sistema di tassazione e di far rientrare i soldi negli Usa ad un tasso molto basso. Il fatto che anche le nuove multinazionali come Apple e Google continuino ad assumere gli stessi comportamenti dimostra, conclude il premio Nobel per l'economia, come il sistema della globalizzazione attuale non funziona e deve essere cambiato.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=83&pg=4821
Mentre la Corte suprema americana, nel caso Citizens United case, ha sostenuto come le corporazioni devono essere trattati come le persone fisiche nel pagamento delle imposte, questa finzione legale è totalmente inapplicata per le multinazionali che possono evitare questo senso di responsabilità morale attraverso la loro capacità di essere ovunque nel mondo a vendere i loro prodotti ed ottenere profitti. Apple e Google, prosegue nella sua analisi il premio Nobel per l'economia, beneficiano da quello che le società occidentali hanno da offrire - lavoratori specializzati nelle migliori università del mondo, generose donazioni alla ricerca da parte di contributi statali e protezione ad i diritti di proprietà – oltre alla possibilità di de-localizzare la produzione in paesi dove i costi del lavoro sono molto inferiori.
Nonostante tutti questi benefici, questi giganti industriali non hanno nessuna limitazione a comportarsi da free rider, attingendo in modo generoso dalle risorse del sistema di welfare state interno, senza però contribuire in modo adeguato ad esso. Senza il supporto pubblico, sostiene Stiglitz, l'innovazione e la crescita finirebbe e non è affatto vero come sostengono alcuni economisti che maggiori tasse sulle multinazionali diminuirebbero gli investimenti: come ha dimostrato il caso di Apple, la società può finanziare quello che vuole attraverso il pagamento dei dividendi e gli investimenti sono detraibili e quindi non relazionati al livello di imposte.
E' tempo per questo che la comunità internazionale guardi la realtà di un sistema che non funziona ed inizi ad apportare delle soluzioni efficaci ad un'immensa distorsione creata da un regime di tassazione a livello mondiale che Stiglitz giudica “disonesto”. E' un sistema creato per produrre nuove diseguaglianze sociali – con Usa e Regno Unito in prima fila – e l'elemento più triste è che è stato il settore pubblico a generarlo e trasformare l'America non nella terra delle opportunità, ma un paese in cui un bambino ha il suo futuro segnato dalla condizione sociale della propria famiglia come nessun altro paese sviluppato al mondo.
La globalizzazione ha reso gli stati interdipendenti e le multinazionali sono gli unici beneficiari - il sistema non agevola certo i lavoratori che in occidente hanno visto più che dimezzato il loro potere d'acquisto – anche grazie ad un regime di tassazione che permette loro di evadere le loro responsabilità sociali. Gli Usa non hanno certo un sistema di imposte che funziona se Apple è in grado di spostare i proventi all'estero per evitare la tassazione della California, sfruttando il margine di manovra che si crea quando la fonte del valore aggiunto è prodotto dalla proprietà intellettuale. Ma l'unica riforma efficace per rendere le multinazionali partecipi in modo equo della vita sociale della collettività deve avvenire a livello globale: in assenza di un accordo internazionale sulla tassazione dei profitti delle multinazionali, ogni paese che dovesse minacciare di imporre imposte oneste verso queste aziende sarebbe punito in modo eccessivo con la produzione che semplicemente si sposterebbe.
Il problema è grave e richiede quindi una riforma globale: Google e Apple assumono i migliori avvocati al mondo per studiare tutti i stratagemmi esistenti su come evitare le tasse all'interno della legislazione vigente. Si deve porre fine a questo sistema. Del resto, perché mai i contribuenti in Germania devono aiutare ad evitare il fallimento finanziario dei paesi del sud Europa e mantenere in piedi un sistema che permette alle aziende multinazionali di evadere il sistema di tassazione?
Compagnie come General Electric da anni compiono azioni di lobbying per creare disposizioni normative che permettano di aggirare il sistema di tassazione e di far rientrare i soldi negli Usa ad un tasso molto basso. Il fatto che anche le nuove multinazionali come Apple e Google continuino ad assumere gli stessi comportamenti dimostra, conclude il premio Nobel per l'economia, come il sistema della globalizzazione attuale non funziona e deve essere cambiato.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=83&pg=4821
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