lunedì 5 marzo 2012

Mondo Donna: il futuro a 360° gradi.

Posto qui una interessante (e polemica) discussione che si è sviluppata dietro una critica mossa da femminismoasud (secondo quanto afferma Adriana Perrotta) riguardo la campagna toponomastica femminile che sembra stia riscuotendo grande risonanza mediatica e consensi, pur se può dirsi praticamente neonata.
(ecco alcuni link dove potrete leggere la notizia-evento):
La Voce Nuova

womenews
piudonnepiupalermo
La gazzetta del mezzogiorno
Welfare Italia

La discussione che mi accingo a postare integralmente, ha avuto luogo in uno dei gruppi di lavoro (toponomastica femminile) sviluppatosi attraverso l'iniziativa seguita ne La Rete delle Donne 1 (dove si discute come costruire il  portale collettivo delle reti femminili).

A questo proposito desidero informarvi che esiste anche un gruppo gemellato La Rete delle Donne 2 (dove ci si incontra su temi vari nello spirito di una rete per tutte).

Inoltre, prima di farvi leggere il post in questione, mi preme precisare che:


La Rete delle Reti intende mettere a disposizione delle donne un nuovo strumento collettivo per fare rete: tra loro e con le realtà amiche delle donne, creando un contenitore web, trasversale e interattivo, volto ad accelerare il processo di formazione del cervello collettivo del pensiero femminile.

 
Che il metodo guida sarà dunque esplicitare e valorizzare i contributi di tutte, in modo di rendere più semplice entrare in relazione fra donne (singole e associazioni, oppure con enti che sostengono le donne), scambiare pensieri e sostenersi meglio le une con le altre.

 
Che il primo obiettivo di questo progetto è infatti valorizzare e connettere il pensiero femminile, che è ovunque in pieno risveglio, per sostenere il progresso delle donne e potenziarne l’azione positiva nel mondo.

 
Che la sfida è anche saper estendere le proprie connessioni in modo da non limitarsi alla realtà italiana ma di internazionalizzarsi sempre più, stimolando lo scambio delle esperienze fra donne di tutti i paesi.

 
Che nei compiti della Rete delle Reti non rientra elaborare alcun tipo di linea politica, né promuovere mozioni o azioni politiche a nome delle donne.

 
Che il suo scopo è semmai veicolare il pensiero culturale e politico delle donne e potenziarne l’azione, consentendo di amplificare, unire e diffondere le loro voci."

(tratto da il manifesto del portale collettivo delle reti femminili)



Premesso tutto ciò, ecco lo scambio di opinioni così come è avvenuto (mi limiterò solo ad evidenziare quei passaggi che esprimono al meglio il messaggio che si è voluto trasmettere):

Adriana Perrotta A proposito della risonanza del nostro lavoro sui media: alcune giovani donne del blog femminismoasud si chiedono perché tanta risonanza pubblica nazional e internazionale a Toponomastica, quando ci sono notizie quotidiane così tragiche di violenze alle donne. Si chiedono se non sia un modo di stornare l'opinione pubblica dalle notizie importanti, e ci bollano come persone in cerca di fama, alle quali sfugge l'essenza delle cose. Io spesso seguo le loro battaglie e ne condivido parte, perciò ho risposto quello che segue (e se qualcun'altra le segue può interloquire con loro): 
"La politica dei due tempi: prima le cose importanti (i bisogni materiali, le ingiustizie...) non ha mai dato gli esiti sperati, non starò qui a dare riferimenti storici. L'ordine del discorso, la sfera simbolica non è mai astratta, ma concreta come i nostri corpi, perché ci educa a valori, comportamenti, aspettative, fantasie, paure... che poi determinano i nostri comportamenti individuali e collettivi, comprese le leggi. Costruisce la nostra soggettività di donne e uomini, se si vuole attuare una vera rivoluzione in questo senso, bisogna agire contemporaneamente su entrambi i livelli, altrimenti non si cambia nulla, solo piccoli spostamenti in grado di essere subito riassorbiti. Qui non si tratta solo di dare visibilità, ma di riaffermare che ci sono donne presenti in tutti i momenti felici e infelici della vita, che hanno diritto alla propria autonomia di scelte, alla propria indipendenza di giudizio. Educare fin da piccoli e piccole a non dare per scontati ruoli e compiti, suddivisi appunto secondo un ordine simbolico, sedimentato e trasmesso attraverso la lingua."
Tania Grimaldi   Adriana, condivido in tutto la tua risposta. Io lavoro da anni in un centro antiviolenza, sto da sempre in associazioni di donne, e ora prendo parte con entusiasmo alla campagna di Toponomastica. Credo che il successo mediatico di questa iniziativa dipenda anche dalla sua assoluta novità e sono convinta che delle donne ammazzate si stenti a parlare perchè parlare della cosiddetta "miseria femminile" risulta difficile anche alle donne stesse, ma questo è un altro discorso, ben più complesso... Di sicuro ho imparato quanto il simbolico conti nella costruzione dell'immagine di sè e quanto ignorarlo faccia gioco al patriarcato.
Rosanna Oliva Il benaltrismo è un male diffuso.
Daniela Serra Adriana hai perfettamente ragione. La politica dei due tempi ci ha portato a essere sempre ultime. La nostra attenzione sulle questioni di genere deve essere a 360 gradi. Battere colpo su colpo. E questo della toponomastica è un colpo. Nessuno ci mai pensato... è successo così per inerzia..., anzi molto peggio, perchè non ci si pensava... Totale esclusione.
Iole Natoli Adriana: mi occupo del cognome della donna ai figli dal 1979 e da allora mi sento ripetere ANCHE DA DONNE: 1_che non è una questione importante; 2_che l'assenza del cognome materno non influisce sulla posizione maschile verso le donne; 3_che ci sono altre priorità. Condivido interamente il tuo scritto.
Agnese Kirtan Donati Purtroppo alle donne è più facile focalizzarsi sui dettagli che avere una visione più ampia delle cose. Aumentare i nomi di donne alle strade influenza l'inconscio collettivo che è il primo motore della violenza sulle donne. Il successo della toponomastica femminile ha sorpreso tutte e oberato di lavoro Maria Pia, ma perché lamentarsi di un successo?
Tania Grimaldi bella domanda...
Iole Natoli Per miopia.

Adriana Perrotta Ho detto che seguo questa mailing-list da anni, sono donne credo molto giovani, che combattono gradi di violenza verbale, affettiva, psicologica, oltre che fisica, con grande determinazione. Tra l'altro con questo loro atteggiamento ricadono nel solito vizio patriarcale di dividere le donne, mettere le una contro le altre; inoltre credo adottino schemi (struttura/sovrastruttura?) sconfitti da tutti i conflitti del Novecento e di oggi. Ma proprio perché sono giovani non rinuncio al dialogo con loro.

Iole Natoli Oltretutto il successo non è stato determinato soltanto dalle segnalazioni che devono necessariamente accompagnare un'iniziativa rivoluzionaria intrapresa, ma dal fatto che tale situazione è con tutta probabilità analoga a quella di molti altri Paesi, con qualche eventuale differenza quantitativa. Senza questo dato di fondo, non vi sarebbe stata molto probabilmente una tale risonanza, malgrado le informazioni fornite.

Roberta Schenal Adriana, non potevi dare risposta più incisiva. Intanto alla faccia della solidarietà femminile (in cerca di fama??), e poi se devo fare la snob faccio pure la snob: ho una solida preparazione di iconografia e iconologia e il valore del "simbolo" quale veicolo di messaggi è indiscutibile, quindi incidere sul simbolo può cambiare a lungo termine l'essenza della cose. Il problema sta proprio nell'accettare la pluralità dei modi di combattere una battaglia "femminista", senza far assurgere il proprio al migliore. Vivo in Calabria dove l'8 marzo vede forte scelte di "modelli" femminili: da un lato le tre donne anti 'ndrangheta (opinabile il suicidio come modello?), dall'altro una ragazza stuprata che lotta per la propria dignità. Ho ammirato incondizionatamente le donne che sono andate in tribunale per manifestare la solidarietà, ho pianto nel raccontare a mia figlia questa vicenda che lei, 14enne, ignorava ma queste forme di attivismo devono essere supportate da "rivoluzioni culturali" come quella della Toponomastica femminile (ed aggiungo quella per un uso non sessista della lingua!)


Iole Natoli E aggiungo: le donne nella loro storia non si sono mai potute identificare in pieno con altre donne proprio per la frattura determinata dall'assenza di un cognome paterno, che ha impedito loro di sentire la donna come elemento fondante della propria identità sociale. Si accetta solo di identificarsi in un gruppo amorfo, senza una qualche figura di riferimento, perché senza identità femminile di riferimento durante la propria crescita si è state. Se soltanto un qualche nome emerge, non solo per il suo personale lavoro, quando è singolo, ma anche per un'idea che fonda un lavoro collettivo, ciò è vissuto come sovrapposizione a un'identità priva di riferimento e dunque come un attentato alla propria di gruppo.


Caterina Della Torre Dols Donna è un concetto vago ultimamente.
Iole Natoli Ops, ho scritto "per l'assenza di un cognome paterno" invece che "materno"! Sarà stato un lapsus freudiano, ci giurerei proprio...
Cinzia Romano  Ma perchè le donne non riescono ad apprezzare e rispettare il lavoro delle altre? Perchè pensare che abbiamo tutte le stesse priorità, gli stessi interessi? Io francamente resto disorientata e infastidita da questa idea che o mi segui sulla MIA battaglia o non vali. Apprezzo il lavoro di Maria Pia Ercolini e sono lieta che stia dando i suoi frutti. Poi io non ne sarei stata capace e magari non riuscirei ad appassionarmi come ha fatto lei. Ma, appunto, io magari amerò impegnarmi in altre battaglie. Ma questo non significa che le mie o la sua siano più importanti. Sono battaglie diverse ma tutte altrettanto fondamentamentali. Impariamo a rispettarci e a rispettare le nostre passione e battaglie, anche quando sono diverse...

Iole Natoli Ma poi nessuna e nessuno può veramente impegnarsi a fondo su tutto. Il tempo della vita è limitato e certe volte non basta nemmeno a condurre alla realizzazione una sola idea!

Hermana Luna  Condivido tutto quanto avete commentato sotto la risposta di Adriana data a femminismoasud (che seguo specialmente per la tenacia e la forza con cui denunciano/postano le loro considerazioni). Ad ogni grado dei 360° c'è un'ambito di cui occuparsi, l'errore è stato quello di focalizzarsi soltanto su una parte della visuale completa, ma noi questo lo abbiamo compreso e ora oltre a non ripetere più "l'errore" (dovrei dire esperienza, poiché l'esperienza insegna) si può trasmettere questo insegnamento, questa comprensione alle più giovani ... e mi pare che questo in un modo o nell'altro stia avvenendo.

Giuliana Cacciapuoti Ho letto con attenzione condivido tutto grazie per averlo detto con tanta chiarezza.

Hermana Luna A proposito di trasmettere quanto abbiamo appreso dall'esperienza passata, che ne direste se raggruppassi in un post sul blog questa interessante conversazione in modo da poterla far leggere anche alle ragazze di femminismoasud? Sarebbe un fecondo modo di interloquire su questo importante concetto secondo me, ma ditemi la vostra e se vi gusta l'idea datemi il consenso di esportare ;) 



Adriana Perrotta E' proprio quello che vorrei! Io ho risposto alla mailing-list, ma mi piacerebbe proprio che la leggessero tutte, specie le giovani, è il nostro compito di "anziane" parlo per me, che brutto termine!, comunicare esperienze. Grazie.

Iole Natoli Per me va benissimo, nessuna obiezione.

Maria Pia Ercolini Sono intervenuta anch'io, ma sulla hp di femminismo al sud, non sulla mailing list. Potreste copiare anche il mio commento...

Roberta Schenal ‎Adriana, diversamente giovani.. 

Adriana Perrotta Giusto!!! ma così si continua a dar valore alla gioventù, svalorizzando la vecchiaia. Anni fa il critico cinematografico Morando Morandini mi ha detto che lui la chiama "l'età alta". Non è male
Maria Pia Ercolini Questo è il commento che ho scritto sulla loro hp. Se potete mettetelo sulla mailing list di femminismoalsud:

So che alcune di voi si chiedono come sia possibile che il gruppo Toponomastica femminile abbia tanta visibilità, me lo chiedo anch'io che l'ho fondato, e penso che dovremmo riflettere insieme sui tanti aspetti di questo fenomeno.
Avete rag
ione, è più semplice intitolarci una strada che interrompere il femminicidio e qualcuno potrebbe mettersi a posto la coscienza dopo aver piazzato una targa.
Ma se non lavoriamo ANCHE sui simboli e sulla visibilità culturale delle donne non intacchiamo l'immaginario collettivo, irrazionale e persistente, che sulle strade ci rende più corpi che persone.
Ci picchiano, ci violentano, ci uccidono perché siamo corpi/oggetti di proprietà, perché questo è il messaggio prevalente che arriva ad ogni nostro passo, tra pubblicità e vetrine...
Le vostre battaglie sono anche le mie, ho solo preso un viottolo secondario per arrivare alla meta e scalzare il nemico.
Un abbraccio a tutte.
Roberta Schenal ‎ Adriana, anche io con i miei colleghi archeologi 2.0 parlo di me stessa come archeologa di cronologia alta!
Giulia Basile  Io mi sto godendo la terza età (secondo un luogo comune) e, dopo aver sconfitto un cancro intestinale, mi spingo con l'entusiasmo di sempre a vivere la quarta, ma questo non è importante, combatto dall'1988, quando in un paese conservatore, ho fondato un'Ass. Culturale di sole donne, contro l'invisibilità delle donne "dalla cintola in sù", e condivido in pieno con Maria Pia Ercolini il fatto che le parole sono pietre e se si cominciano a riempire le "pietre" di nomi femminili, di donne esemplari, prima o poi qualcosa rimane e l'interesse vero poi nasce...

 
Hermana Luna anziane, età alta, diversamente giovani, terza età (...) a me piace dire (dal giro di boa in su) semplicemente "adulte" mentre prima del giro di boa ancora "ragazze" :))
ok per il trasporto. allora comincio il copia e incolla ;)
Cinzia Marroccoli Sono pienamente d'accordo... questa è un'iniziativa di alto valore simbolico! Lavoro quotidianamente in un centro antiviolenza, ma con la mia associazione facciamo varie attività di promozione sociale, soprattutto rivolte alle giovani generazioni, e questa iniziativa, che presenteremo l'8 marzo a Potenza insieme al Sindaco, va nella direzione di dare alle giovani donne esempi a cui ispirarsi che non siano le veline ecc.


Chiara Rusconi Concordo: un iniziativa come questa proprio per il suo alto valore simbolico fa riflette ed educa al rispetto della donna e può sradicare meglio la violenza sulle donne. Secondo me le nostre amiche del sud si sono sentite abbandonate nella loro lotta sul fattore violenza mentre noi ci stiamo concentrando sulla causa o meglio l'origine. In altre parole facciamo quello che avviene nella medicina alternativa dove si cura la causa per guarire l'effetto malattia è una strada più lunga ma sicuramente più efficace.

Laura Moschini La questione femminile è complessa e come tale va affrontata da più punti di vista. Se non si modifica la cultura ogni lotta parziale anche su argomenti drammatici come la violenza, non può portare che aggiustamenti al buon cuore di chi se ne fa carico.

Astrid D'Eredità Sono giovane, non mi ritengo estranea alle iniziative femministe, eppure questa rimostranza non la capisco. Spesso, è vero, riscontro nell'interazione tra donne una propensione fortissima a pestarsi i piedi l'un l'altra soprattutto quando ...l'altra sta portando avanti qualcosa di concreto e positivo.  La ricerca non è un'arma di distrazione di massa, anzi, è piuttosto una nuova semina di cui forse non vedremo i frutti, ma sarei ben felice di contraccambiare il lavoro e l'impegno di oggi, le ore (spesso notturne) impiegate a cercare strade e piazze con la certezza che nel futuro i bambini sappiano fin da piccoli quel che noi abbiamo imparato da grandi.


Hermana Luna Bella Astrid! Sei speciale, e il tuo cognome è una garanzia! :) ("con la certezza che nel futuro i bambini sappiano fin da piccoli quel che noi abbiamo imparato da grandi"). Sicura di essere giovane? :D


Adriana Perrotta E' proprio l'intenzione pedagogica nei confronti delle bambine e dei bambini uno degli stimoli principali di questa iniziativa, insieme alla considerazione che in questo modo si aprono molteplici percorsi, percorribil da ciascun* come meglio sente e crede. Io la chiamo "la nostra rivoluzione del tè".

Chiara Rusconi Quindi quello che abbiamo imparato, noi da adulti sarà tramandato alle prossime generazioni, in questo modo potremo veramente avere una significativa trasformazione culturale perfetta.

Maria Antonietta D'emilio  L'iniziativa è ottima, sembra una piccola cosa ma in realtà fa molto pensare, anche se prima di ottenere lo scopo perseguito non so quanto tempo passerà, visto che si può intervenire solo sulle nuove strade..Bisognerà quindi pensare anche a come proseguire. Sulle perplessità di femminismoasud penso che vadano valutate non come contro l'iniziativa della toponomastica ma come un interrogativo che viene posto apertamente a tutte, e cioè, che sulla violenza di genere in esponenziale aumento nel nostro paese c'e' un'AFASIA preoccupante, se è verissimo che si può agire a diversi livelli, è anche vero che abbiamo abbandonato da tempo l'interrogazione e la riflessione sul "privato", quel privato dove la violenza si annida... forse non hanno tutti i torti.

Chiara Rusconi Infatti non hanno torto, loro si sono concentrate sull'effetto violenza e noi ci stiamo concentrando sulla causa cioé il fattore cultura da trasformare cominciando grazie a Maria Pia dalle vie( è un idea bomba che una volta innescata darà i suoi risultati) comunque non bisogna perdere di vista nell'uno e ne l'altro punto per sradicare tanti tipi di violenza sulla donna.

14 commenti:

  1. Ho postato questo messaggio nel blog di femminismoalsud con il desiderio di poter sviluppare ulteriormente il contatto tra donne impegnate a 360° (chi da una parte e chi dall'altra):
    Ciao ragazze, avete tutta la mia ammirazione per la tenacia e la forza con cui affrontate questa parte della complessità mondo-donna, e vi giungano i miei complimenti per anche per il questo bel blog (trovo sia fatto molto bene ;)
    Dunque, vi scrivo per informarvi che qui http://terrycoensurya.blogspot.com/ troverete uno scambio di opinioni avuto luogo sulla pagina di toponomastica femminile (fb) dietro una critica mossa da voi nei confronti di questa iniziativa.
    Sarebbe bello poter continuare a svilupparla con i vostri commenti.
    Siamo quasi tutte adulte e uno scambio con donne più giovani (quali immagino siate)sarebbe utile ad entrambe: credo che tutte abbiamo qualcosa da imparare l'una dall'altra!
    Perciò dico che sarebbe interessante sapere cosa ne pensate di quanto è emerso dalla discussione in questione, che ho riportato integralmente perché non venisse travisato il messaggio che desideriamo trasmettere sia a voi tutte e sia a chiunque leggerà il post.
    Mi auguro di leggere presto i vostri commenti.
    Intanto vi auguro una buona giornata

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  2. Scusate, ho letto il link che avete messo a Femminismo a Sud, ma non parla di Toponomastica: potreste linkare anche la critica di cui parlate? Perché altrimenti è difficile seguire il senso del discorso! Grazie mille!

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    1. Ciao Anonimo, ho postato integralmente quando ci siamo comunicate nella pagina fb "toponomastica femminile" proprio perché, non essendo io Adriana Perrotta, non ho partecipato personalmente allo scambio di mail che c'è stato sul blog di femminismoalsud.
      Comunque nel post che hai letto basta cliccare sui link in blu (per leggere l'iniziativa su fb) e in orange (per leggere da giornali online), ma chiederò ad Adriana di specificare meglio in modo che sia più facile seguire il senso del discorso (anche per me).
      Grazie per essere intervenuta.

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  3. Sono sconvolta da questi commenti, sono sconvolta da tutto questo.
    Femminismo a Sud non ha MAI, e sottolineo MAI scritto un post contro l'iniziativa di toponomastica femminile e non ha in nessun modo criticato il vostro operato.
    Io non so se ci sia stata una precisa volontà nell'inventare una storia del genere o se sia frutto di una svista, mi auguro che si sia trattato del secondo caso altrimenti sarebbe grave.
    Nella mailing list di Femminismo a Sud a cui sono iscritte centinaia di persone qualcun* ha espresso delle perplessità sulla vostra iniziativa, considerazioni legittime e personali ma che in alcun modo non riguardano il blog di Femminismo a Sud.
    JO (veramente basita)

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    1. Cara Jo, dopo aver letto il tuo commento devo dedurre che si sia trattato di una svista.
      Come ho già risposto ad Anonimo non ho avuto modo di leggere personalmente le mail di cui parla Adriana, ma visto che tu ne sei a conoscenza, posso chiederti - cortesemente - di pubblicarle qui, in modo che (oltre ad Anonimo e me) anche chi ha partecipato allo scambio di opinioni su "toponomastica femminile" (fb) ne venga a conoscenza?
      Comunque ora una cosa mi è chiara: le perplessità espresse sull'iniziativa toponomastica femminile non riguardano il blog di femminismoalsud come invece si era pensato.
      Ti ringrazio di essere intervenuta.

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    2. Non ne sono affatto a conoscenza. Non ci sono state discussioni in merito. Semplicemente Femminismo a Sud non ha mai fatto critiche a Toponomastica, è una storia assurda e totalmente infondata. Io ho letto questo post e sono rimasta basita e sconvolta dal fatto che sia avvenuta la discussione qui riportata su una cosa che non esiste. Le considerazioni su Toponomastica sono state fatte da singoli individui e non ho il permesso di riportare le loro opinioni, se vorranno saranno loro a farlo, certamente non spetta a Femminismo a Sud copincollare le opinioni di terzi, mi spiace.

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    3. Non ti crucciare Jo, non c'è problema.
      E se posso dirtelo, puoi anche smettere di sentirti sconvolta e basita visto che un punto fondamentale l'hai chiarito: femminismoalsud non ha mosso nessuna critica.
      Mi sembra abbastanza, ti pare?

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    4. Cara Jo, ho letto e commentato gli ultimi post in toponomastica femminile riguardo questa faccenda (che ora non definisco più né polemica, né svista, né fraintendimento).
      Sinceramente non mi piace come è stata liquidata questa storia da una soltanto delle partecipanti alla discussione che ho qui pubblicato.
      E' evidente che toponomastica non intende spostare il chiarimento nella sua pagina (lì dove è nata la discussione), ma a me non piace lasciare le cose a metà...
      E' evidente pure che il mio intento non corrisponde a quello delle altre e presto uscirò con un altro post che titolerò "alla faccia della comunicazione!" dove, se me lo consenti, riporterò appunto anche questi ultimi commenti per correttezza (visto che ho pubblicato integralmente i post precedenti mentre non c'è traccia dell'origine della discussione ma solo un "riporto" da chi ha avuto modo di scambiare le mail con Alessandra che ringrazio ancora di essere intervenuta, mentre Adriana non lo ha fatto).
      Intanto ti auguro una buona giornata.
      Mi auguro che quanto accaduto non faccia nascere la sfiducia nell'apertura al dialogo, anzi, che la rafforzi in nome della chiarezza.
      Trovo che tutto sia importante (parlando di visione a 360°), dalle iniziative di qualsiasi grado alla chiarezza delle "sviste".

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  4. secondo me avete scambiato una chiacchierata informale tra persone iscritte in una mailing list - molte delle quali non rappresentano affatto femminismo a sud - con il blog stesso. sto leggendo ora che fikasicula ha postato un messaggio lì e anche lei è abbastanza basita.

    anzi tiene a specificare che:

    "Lo scambio che si è avuto qui non ha coinvolto il collettivo. non ne abbiamo discusso. anzi in un post in cui si è parlato dell'otto marzo il gruppo è stato citato perché in qualche città si faranno delle azioni proprio sulle vie da rinominare con identità di donne http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/03/04/otto-marzo-mlvd-e-maschere-rosse-contro-la-violenza-maschile-sulle-donne/"

    cioè si tratta di una polemica - se si può definire tale - nella quale FaS non c'entra niente e non si capisce perché l'abbiate tirata in ballo. quello che FaS esprime lo leggete sui post. la mailing list è vissuta da centinaia di persone incluso qualcuno di voi. se lì adriana perrotta, che è iscritta alla mailing list, decidesse di esprimere dei pensieri in una certa direzione direste che femminismo a sud ha assunto quella posizione?

    e per adriana: FaS non è fatta da ragazze giovani ma da uomini e donne tra le quali alcune anche parecchio adulte.

    ciao
    maria

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    1. Cara Maria, visto che anche tu lo scrivi, risulta sempre più chiaramente che si è trattato di una svista (per dirla alla Jo!).
      Una svista che comunque sia ha portato anche qualcosa di buono, direi (scusa, ma è più forte di me trovare il lato buono delle cose, l'altra faccia della medaglia...): lo sviluppo di un dialogo e la conoscenza un po' più approfondita di FaS.
      Non so per te, ma per me non è poco.
      Grazie per il tuo intervento.

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  5. Aggiungo a quanto detto da Jo, e per onestà nei confronti di chi legge, queste due precisazioni:
    - Femminismo a Sud è un collettivo composto di uomini e donne di tutte le età, cosa di cui è facile accorgersi leggendo il blog e ancor di più frequentando la mailing list;
    - Femminismo a Sud non ha alcun "vizio patriarcale" di sorta, e anche questo è molto semplice da verificare: dovrebbe bastare saper leggere.
    Non a caso, in cima a questo post, il link verso Femminismo a Sud è generico: un post dove Femminismo a Sud muove una critica alla campagna "Toponomastica femminile", semplicemente, non c'è.

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    1. Ciao Lorenzo, per me è semplicemente fantastico sapere che femminismoalsud è un collettivo composto di uomini e donne di tutte le età, però non è che me ne sia accorta leggendo (se non ho associato a persone adulte la grinta che traspare dagli articoli che ho letto, è stato solo perché questa la trovo "tipica" della gioventù, ma probabilmente ciò può significare solo una cosa secondo me: siete giovani dentro, e ve lo dice una che è nata vecchia! ;)
      A proposito di vizio patriarcale non so cosa ha ispirato Adriana a fare questa considerazione. Mi auguro che ben presto possa risponderti. Comunque anche questa affermazione (che vi ha offesi a quanto recepisco) ci ha regalato qualcosa di buono (scusami anche tu Lorenzo, ma... è il mio vizio di trovare il lato buono in ogni cosa): ci ha portate a riflettere sulla visuale a 360° del mondo-donna e sull'errore (ma preferisco dire esperienza) del passato di occuparsi solo di determinate tematiche e tralasciarne altre all'apparenza futili.
      Ti ringrazio di essere intervenuto.

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  6. visto che metà parola è di chi scrive e in questo caso sono stata io a porre la domanda che ha innescato una tranquilla discussione via mail (nessun post sull'argomento è stato, ad ora, pubblicato sul sito di femminismo a sud) e metà è di chi legge... chi legge dovrebbe far attenzione a leggere bene. Ritenendo cosa buona e giusta l'iniziativa (alla quale per altro in tempi non sospetti... ho aderito invitando ad aderire sindaco e assessori e giunta tutta del paese in cui vivo) chiedevo in modo rispettoso se la solerte risposta dei politici (della mia provincia e regione) e dei media che normalmente hanno tempi lunghissimi se non infiniti per intervenire in discussioni, progetti e lotte che riguardano problematiche (chiamiamole così) femminili... non fosse mossa più dalla volontà di mettere il cappello all'iniziativa e ottenere un grande risalto con un minimo sforzo... comunque femminismo a sud non c'entra nulla con questa polemica... tutto nasce dalla domanda (ingenua) di una ingenua e giovane ragazza che voleva aprirsi al dialogo, capire, ascoltare e soprattutto mai avrebbe pensato che tutto si risolvesse in una sterile contrapposizione "generazionale". Le parole sono importanti: nominare è identificare, dare e ridare vita... portare avanti, portare oltre... anche le domande sono importanti: se non è quasi mai possibile trovare una risposta è molto spesso inutile trasformarle in polemiche... Alessandra

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    1. Cara Alessandra, è un piacere leggerti!
      Innanzitutto voglio dirti "grazie di essere intervenuta".
      E visto che abbiamo chiarito che FaS nulla c'entra con la svista di Adriana, ci tengo a farti sapere che pubblicando questo post (che comunque sia trovo sia stato pure creativo, poiché durante lo scambio di opinioni sono emersi anche spunti e riflessioni), credimi, non era mia intenzione scatenare ulteriori polemiche e provocare sconvolgimenti. Anzi, l'intenzione era la tua stessa: apertura a dialogo.
      Quindi, sempre guardando l'altro lato della medaglia, è proprio quello che infine abbiamo fatto (mica ci siamo "chiusi a libretto"!), e di questo sono contenta perché trovo sia importante comunicare (e non litigare). Non per niente si dice che "metà parola è di chi ascolta e metà è di chi dice" (comunicare anche con se stessi, imparando così ad usare le parole giuste per dirlo).
      Ti auguro di non perdere la fiducia nell'apertura al dialogo e che questa "polemica" ti possa tornare utile proprio come un esercizio fatto in palestra. ;)
      Un abbraccio

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