Ecco come Hamas manovra i media occidentali. Linee guida per i giornalisti
Molto interessante quanto scoperto da Memri in
merito alle linee guida diffuse da Hamas ai giornalisti occidentali
presenti nella Striscia di Gaza. E’ una serie di “consigli” diffusa
attraverso i social media, un video e supporti cartacei distribuiti agli
stessi giornalisti. Ecco come si devono comportare i giornalisti e gli
“attivisti” presenti a Gaza secondo il Ministero dell’Interno di Hamas
in base al documento denominato “Be Aware – Social Media Activist Awareness Campaign“:
1 – prevenire la fuga di informazioni che potrebbero essere di valore militare per Israele;
2 – rafforzare gli sforzi di propaganda di Hamas al di fuori della Striscia di Gaza, sia nel mondo arabo e in Occidente;
3 – prevenire danni all’immagine di Hamas;
4 – tutte le vittime a Gaza sono “civili innocenti”;
5 – non mostrare missili, mortai o altri sistemi di arma che potrebbero nuocere all’immagine di Hamas;
6 – non mostrare rampe di lancio vicine ad abitazioni civili;
7 – non postare sui social media (in particolare Facebook) fotografie che mostrano il lancio di missili da abitazioni civili;
Andando nello specifico ecco un breve estratto delle linee guida contenute nel documento:
- chiunque venga ucciso o martirizzato a Gaza o in Palestina dovrà essere definito “civile” a prescindere dalla sua appartenenza ad Hamas o alla Jihad Islamica e dal suo grado militare. Non dimenticare di aggiungere “civile innocente”
- iniziare tutti i vostri rapporti con la dicitura “in risposta al crudele attacco israeliano” e concluderli con la frase “molte persone sono morte (martirizzate) dall’inizio dell’aggressione (o attacco) israeliana”. Iniziare sempre i rapporti aggiornando sul numero delle “vittime innocenti”
- cercare di mettere sempre in dubbio la versione israeliana e parlare di “fonti inattendibili” quando si citano media israeliani o filo-israeliani
- per gli amministratori delle pagine Facebook: non postare mai fotografie di uomini mascherati con armi pesanti per non rischiare la censura da parte di Facebook con la scusa che ci sia “incitamento alla violenza”. Assicurarsi di dire sempre “i razzi di fabbricazione locale sparati dalla resistenza in risposta al vile attacco israeliano e alla occupazione che spara deliberatamente missili verso Gaza e la West Bank”
Oltre a questo il Ministero dell’Interno
di Hamas ha preparato una serie di consigli per gli attivisti che
operano sui social media e che interagiscono dall’occidente e con
l’occidente
- Quando si parla in occidente è necessario utilizzare una dialettica di tipo politico, razionale e persuasiva. Evitare discorsi emotivi volti a elemosinare “simpatia per i palestinesi”. Evidenziare invece la vergogna della occupazione
- Evitare di entrare in una discussione con un occidentale volta a convincerlo che l’olocausto è una menzogna. Questo tipo di discorso non paga. Cercare invece di mettere sullo stesso piano l’olocausto e l’occupazione.
- Quando si parla della guerra con Israele iniziare sempre parlando dei numeri dei morti innocenti (martiri) e dei feriti. Cercare di focalizzare l’attenzione sulla sofferenza dei palestinesi a causa della aggressione israeliana.
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