Non posso (eticamente) e non voglio (umanamente) esimermi dall'esprimere due parole per descrivere e farvi apprezzare una vera Giornalista.
Lydia Cacho è un'anima nobile che vive in un corpo femminile e svolge la professione che ha scelto di fare con grande passione, necessaria a portare alla luce un becero mondo fatto di pedofilia e corruzione.
E' una donna di grande coraggio che ha sopportato la prigione e la tortura per difendere una minoranza che nessuno ascolta, per attirare l’attenzione sugli abusi che bambine e donne devono subire in Messico e nelle parti più povere del mondo.
Il 13 dicembre parteciperà ad una conferenza alla sede dell'Istituto Cervantes di Roma
Nel 2005 Lydia Cacho pubblica in Messico Los Demonios del Eden, un libro che ha reso noto alcuni dei fatti più orribili che accadono nel suo Paese (ma non solo):
Jean Succar Kuri, noto proprietario di alberghi, uno degli imprenditori messicani più facoltosi è accusato di essere coinvolto in un giro di pornografia infantile e prostituzione insieme a importanti esponenti politici e uomini d'affari. Per questa inchiesta, supportata dalle dichiarazioni delle vittime e da prove filmate con videocamera nascosta, Lydia Cacho viene accusata di diffamazione e arrestata, maltrattata e rinchiusa nel lontano carcere di Puebla.
In Memorie di un'infamia Lydia racconta ciò che ha vissuto in Messico, dove ogni anno vengono assassinati decine di giornalisti: il prezzo pagato da una donna coraggiosa che ha messo a nudo un sistema di delitti infamanti, puntando il dito contro uomini di potere inebriati dal senso di impunità.
Il Consiglio Onu per i diritti umani consigliò alla Cacho di lasciare il Paese. Lei non lo ha fatto. Sotto scorta, continua a investigare e ricercare la verità al fianco dei più deboli, tenendo così fede ad una promessa fatta proprio alla prima delle vittime intervistate: una bambina di 4 anni!
In Memorie di un'infamia Lydia racconta ciò che ha vissuto in Messico, dove ogni anno vengono assassinati decine di giornalisti: il prezzo pagato da una donna coraggiosa che ha messo a nudo un sistema di delitti infamanti, puntando il dito contro uomini di potere inebriati dal senso di impunità.
Il Consiglio Onu per i diritti umani consigliò alla Cacho di lasciare il Paese. Lei non lo ha fatto. Sotto scorta, continua a investigare e ricercare la verità al fianco dei più deboli, tenendo così fede ad una promessa fatta proprio alla prima delle vittime intervistate: una bambina di 4 anni!
"Se ti racconto la mia storia mi prometti che quello che è successo a me non accadrà più a nessun'altra bambina?" le ha chiesto prima di metterla al corrente della sua infanzia violata, e in quel momento Lydia ha pensato che la più coraggiosa fra le due fosse proprio la bambina.
Lydia Cacho è nata a Città del Messico nel 1963.
Giornalista e scrittrice, femminista e attivista per i diritti umani, ha vinto il Premio Francisco Ojeda al Valor Periodístico.
Dal 2006 è impegnata in prima persona nelle indagini e nella soluzione dei casi, ripetuti e numerosi, di omicidi e abusi su donne irrisolti a Ciudad Juárez.
Nel 2007 Amnesty International le ha assegnato il "Ginetta Sagan Award for Women and Children's Rights" e nel 2008 ha ricevuto l'Unesco/Guillermo Cano World Press Freedom Prize.
Nel 2010 Fandango Libri ha pubblicato "Schiave del potere".
Nel 2011, Lydia Cacho ha contribuito con un testo sullo sfruttamento del lavoro minorile all'antologia di Amnesty International "Io manifesto per la libertà", edito da Fandango Libri.
Giornalista e scrittrice, femminista e attivista per i diritti umani, ha vinto il Premio Francisco Ojeda al Valor Periodístico.
Dal 2006 è impegnata in prima persona nelle indagini e nella soluzione dei casi, ripetuti e numerosi, di omicidi e abusi su donne irrisolti a Ciudad Juárez.
Nel 2007 Amnesty International le ha assegnato il "Ginetta Sagan Award for Women and Children's Rights" e nel 2008 ha ricevuto l'Unesco/Guillermo Cano World Press Freedom Prize.
Nel 2010 Fandango Libri ha pubblicato "Schiave del potere".
Nel 2011, Lydia Cacho ha contribuito con un testo sullo sfruttamento del lavoro minorile all'antologia di Amnesty International "Io manifesto per la libertà", edito da Fandango Libri.
Nessun commento:
Posta un commento